Doveva essere un pomeriggio di sport, ed in parte lo è stato, a Rocchetta Sant’Antonio per il ritorno del derby di Promozione tra Celle ed Ascoli. Pirotecnico l’incontro, con gli ospiti che, passati in vantaggio, vengono rimontati e a loro volta rimontano e superano i padroni di casa. Ma la prestazione, maiuscola soprattutto nella seconda frazione per i gialloblù, non può che passare in secondo piano per la gazzarra che è scoppiata al triplice fischio dell’arbitro Andreano della sezione di Foggia.
Al rientro nel proprio spogliatoio, infatti, dopo aver festeggiato la sofferta vittoria con i propri tifosi assiepati in tribuna, i ragazzi di De Masi trovano Sguera, esordio amarissimo per lui condito da un’espulsione per fallo di reazione, circondato da almeno tre calciatori del Celle che intraprendono con l’attaccante ascolano una sorta di duello rusticano per difendere il proprio onore ferito, o forse anche per sfogare la delusione per una partita tenuta in pugno fin quasi alla fine e poi svanita. Nulla di grave per la punta gialloblù, ma è bene farsi qualche domanda:
1. Come è stato possibile per i calciatori del Celle accedere allo spogliatoio ospite, quando la struttura non prevede passaggi in comune? Probabilmente, qualcuno al rientro ha deliberatamente deciso di “sbagliare” spogliatoio per regolare qualche conto aperto in campo;
2. Possibile che si multano le società per assenza di servizio di forza pubblica, e poi i calciatori hanno facoltà di muoversi e di entrare in contatto senza che la stessa forza pubblica, presente, si renda conto di nulla? A questo interrogativo, non proviamo a dare risposta, saremmo maliziosi e non ce lo vogliamo permettere.
3. L’AIA possibile che non avesse più arbitri, per aver mandato ad arbitrare un derby che prometteva scintille una terna, guarda un po’, tutta foggiana? Unico caso, tra Promozione ed Eccellenza, questa domenica, di designazione di un direttore di gara della stessa sezione da cui provengono le due squadre: perché San Severo – Cerignola è stata affidata ad un arbitro della sezione di Empoli, o perché Latias – Carovigno, sempre Promozione è, è stata affidata ad una terna leccese, e invece Celle – Ascoli è stata arbitrata, malissimo, da una terna foggiana? Anche su questo evitiamo di fare considerazione, saremmo ancor più maligni! Sta di fatto che spesso Andreano e il secondo assistente Costrino sono apparsi intimoriti, forse anche giustamente, da un atteggiamento fin troppo aggressivo dei calciatori del Celle: proprio il sig. Costrino è stato berssagliato pesantemente dagli attaccanti di casa in più occasioni, senza che Andreano vedesse, e sentisse – mah! -, nulla.
Ecco che ci ritroviamo così a riferire di qualcosa che, più che calcio, è anticalcio. Eppure sarebbe bastato poco, per non far deragliare quella che doveva essere una partita di calcio: all’arbitro sarebbe bastato qualche cartellino rosso sventolato sotto il naso di qualcuno, giusto per far capire che non tutto era concesso, e probabilmente la bagarre scoppiata al novantesimo non si sarebbe verificata, ed avremmo parlato di un’impresa sportiva, quella dell’Ascoli, che in inferiorità numerica è stato capace di ribaltare una sconfitta in una spettacolare e convincente vittoria, ottenuta col cuore e con la voglia di fare risultato contro tutto e tutti.
Elio Gerardo Lavanga – pugliacalcio24
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