L’estremo difensore parla del campionato da poco concluso, e guarda al futuro. Possibilmente ad Ascoli
Moschetto, barlettano classe ’87, portiere con trascorsi in Lega Pro (Monopoli), Interregionale (Noicattaro, Francavilla sul Sinni) ed Eccellenza, è per il secondo anno in Promozione con i colori della città del subappennino. Ne è uscita una piacevole e sincera conversazione.
Che campionato è stato questo di promozione per Moschetto?
Sicuramente un anno memorabile, visto che ho ricevuto la chimata del patron Roccia a fine luglio per sapere le miei intenzioni visto l’anno precedente. Tuttavia c’erano grossi problemi , siamo partiti in grosso deficit di organico e partendo già in salita credevo che il nostro sarebbe stato un campionato anonimo; cosi non è stato, le tessere del puzzle sono andate tutte al loro posto e abbiamo fatto un grande campionato contro ogni aspettativa.
Partenza in deficit, ma lo svantaggio è stato subito colmato: sin dalle prime partite avete messo in chiaro che l’Ascoli c’era…
Sì, ecco perché ritengo che l’annata sia stata memorabile, il 10 agosto non sapevamo cosa fare, l’organico era incompleto, ma una volta messi in campo abbiamo imposto il nostro gioco in casa e fuori… spesso anche a suon di gol.
La novità, rispetto al campionato precedente, è stata proprio questa: in casa o fuori, l’atteggiamento è stato sempre lo stesso. Cos’è cambiato?
Credo che abbiamo inverito la rotta, abbiamo preso coscienza della nostra forza ed abbiamo giocato in modo più disinvolto e spregiudicato, pur non trascurando mai la linea di difesa; in più il mister (De Masi, ndr) ha contribuito davvero alla tranquillità della squadra non facendo avvertire la pressione e la tensione: ecco perché eravamo molto disinvolti e propositivi; dal punto di vista tattico credo che il mister abbia lavorato su alcuni elementi, in particolare sul ruolo di Balletta, Ragno e Daluiso, trasmettendo loro la voglia di adattarsi a tutti i ruoli, come è avvenuto per lo stesso Fabiano! Questa è stata una grande cosa, nei momenti di emergenza tutti sapevano tappare il buco causato da squalifiche e infortuni.
Il momento più deprimente della stagione?
La partita contro lo Sporting Altamura. È successo di tutto, non perdevamo da un anno in casa, abbiamo avuto gli infortuni di Porcelluzzi e Ragno… Poi la sconfitta contro il San Giovanni ultimo in classifica.
E lì avete detto addio ai sogni di gloria… la testa della classifica era davvero a portata di mano.
Sì, abbiamo preso un brutto colpo, mentale e fisico, ma ci siamo ripresi molto presto, con la forza del gruppo e la tranquillità che il nostro mister ci ha saputo trasmettere.
Quale invece il momento più esaltante?
Di certo la vittoria in casa per 4 a 2 contro la Sudest e la vittoria in casa del Celle: rimaneggiati, con un uomo in meno, abbiamo vinto in rimonta una partita che sembrava ormai segnata, e di lì abbiamo ripreso il cammino.
E la Sudest si è vendicata, vincendo il campionato proprio contro di voi…
Quella partita ha preso da subito una brutta piega ma anche lì abbiamo cercato di impostare il nostro gioco, spesso anche riuscendoci, e non avremmo meritato di perdere.
Qual è il tuo giudizio sul livello tecnico del campionato?
È stato un torneo molto equilibrato e tuttavia insidioso, le partite hanno riportato risultati per nulla scontati.
Anche se in molti, ad un certo punto, hanno tirato i remi in barca e smantellato, vedi il Locorotondo. L’Ascoli, secondo, potrebbe essere ripescato in Eccellenza. Con Moschetto?
Credo che il ripescaggio di una squadra sana come l’Ascoli potrebbe davvero far bene all’ambiente calcistico. Sarebbe per me un piacere ed un onore poter disputare il prossimo campionato di Eccellenza con i colori dell’Ascoli, squadra con cui mi sono tolto parecchie soddisfazioni. Devo aggiungere che mi sento parte integrante di un frutto maturato in questi due anni, credo di godere della stima dei massimi dirigenti, Danaro e Roccia quindi adesso attendiamo il responso con serenità e poi parleremo, con la massima disponibilità da parte mia, del mio futuro ad Ascoli.
Ma i fatti dicono che l’Ascoli, nella graduatoria ripescaggi, è terzo dopo Francavilla (miglior seconda) e Castellaneta (finalista di Coppa Italia Promozione). Dovesse essere ancora Promozione?
Sono in contatto con qualche squadra, tuttavia dovrò parlare prima con i miei presidenti, dopodiché valuteremo possibili scenari alternativi. Resta il fatto che la cosa che mi dispiacerebbe di più è lasciare questo ambiente e questo grandissimo gruppo, a partire dal capitano, Montemorra ed il gruppo degli ascolani che ci hanno fatto sentire sempre a casa, al mio amico prima che compagno di squadra Daluiso , duttile ed adattabile in tutti i ruoli, al bomber Porcelluzzi, ai due tranesi ma ormai adottati barlettani, il niño Ragno e Fabiano, fantasia, forza e coraggio. Ho molto ammirato la grinta di Montingelli, la spregiudicatezza di Balletta il quale, nonostante fosse under ha ci ha dato un grandissimo aiuto Un grazie va agli under Giannatempo e Filannino, che si sono fatti trovare sempre pronti, a Lanciano, perno della difesa, a Specchio per la sua caparbietà, tutti indistintamente abbiamo fatto sì che l’Ascoli rangiungesse queste obiettivo. Un ringraziamento particolare mi sento di farlo a Peppino Roccia: non ha mai mancato un allenamento e ci ha messo l’amore per questa squadra.
Un secondo posto come questo merita una dedica particolare?
Voglio dedicare questo risultato, con l’auspicio di una promozione che, per quello che abbiamo fatto, non sarebbe demeritata, al mio unico, vero primo tifoso che è mio padre: questo risutato lo dedico a lui!
Una buona esperienza, insomma…
Sì, con questa maglia e con questo gruppo ho passato momenti che rimarranno, indelebili, per tutta la mia vita.
Elio Gerardo Lavanga – PugliaCalcio24
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