Ug Manduria: tra passato e futuro Mancuso si racconta

Ug Manduria: tra passato e futuro Mancuso si racconta

Mancuso

Ventisette anni appena ed un’etichetta da veterano cucita addosso. Uno zaino d’esperienza alle spalle, costruita nei campi di terra battuta, dove i colpi di testa contano più di quelli di genio. Una carriera che poteva fin dal settore giovanile prendere senz’altro un’altra piega, dopo aver assaporato all’alba dei quattordici anni, la selezione giovanile della nazionale italiana. Un ascensore di emozioni che lo ha riportato a casa, suo malgrado, non avendo capitalizzato le occasioni che la vita ogni tanto ti fa toccare con mano. Poi gli infortuni, la sorte mal assecondata da un testa un po’ bizzosa, che ha deciso di costruire un Mancuso meno da vetrina e più  da battaglia di periferia. E cosi ancora Manduria, la sua Manduria, solo dopo aver trascorso la passata stagione a Lizzano. Difensore centrale, è il vestito che Cosma gli recapita, lì dove l’esperienza si respira a palate, e sbagliare non è ammesso neanche se sotto hai una lastra di ghiaccio. La cera è da uomo navigato, comincia forte, a tratti fortissimo, poi uno strappo di quattro centimetri e mezzo gli indica necessariamente la via dei box. Ancora un po’ di pazienza e poi tornerà a far soffrire le sue corde vocali da baluardo della difesa.

Allora Leonardo, quanto manca al tuo ritorno in campo?

“Due settimana di sofferenza e poi tornerò a dare una mano ai miei compagni. Non vedo l’ora di rientrare, hanno bisogno di me soprattutto fuori casa.”

Mancuso, Erario, Lanzo, Scarciglia. Sei tra i veterani della comitiva, esperienza e malizia al servizio del gruppo. Domenica, la difesa era composta quasi interamente da ragazzi under e si è disimpegnata egregiamente. Qual è il segreto?

“Affiatamento, unità d’intenti e spirito di gruppo. Sono componenti fondamentali all’interno di uno spogliatoio. C’è una sana concorrenza che stimola giornalmente tutti i ragazzi a fare bene. Grande merito va dato al mister che è riuscito in poco tempo a far giocare praticamente tutti, ovviamente con minutaggi differenti. Tutto ciò consente di cementare ancor di più la squadra, composta soprattutto da amici, anche fuori dal campo.”

Cosa manca a questa squadra per tornare a vincere in trasferta?

“Manca la giusta cattiveria agonistica fuori casa, e giocare con una certa intensità per 90 minuti anziché 60. Pecchiamo un po’ d’inesperienza, pero complessivamente siamo un gruppo giovane e non possiamo colpevolizzarci per questo. Dobbiamo crescere, lavoriamo giornalmente per migliorarci.”

Su Cosma tutti hanno espresso pareri abbastanza positivi. Mancuso, cosa ti ha colpito maggiormente del tecnico biancoverde?

“Lui insieme a tutti noi ha fatto una scommessa, in una piazza particolare come Manduria, in un momento storico difficile per tutti. Prima che essere un bravo tecnico, è una bravissima persona. Nella mia carriera non ho mai incontrato un allenatore cosi preparato dal punto di vista tattico. Lavora sul campo come pochi e ha il pregio di tenere il gruppo coeso.”

Mario Lorenzo Passiatore – lavocedimanduria

laquis

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