Il Trani fa tutto nel primo tempo, con Turitto prima e Bartoli dopo.
E per il Bitonto è notte fonda.
Inizio di 2016 da incubo per i neroverdi, che incappano nella brutta sconfitta (la seconda casalinga, la settima totale) nel sentitissimo derby, ma soprattutto perdono la faccia.
Già, perché oltre al risultato, è la prestazione che spaventa. Decisamente incolore e sottotono. Modesto e compagni, in pratica, hanno giocato soltanto 20′, perché poi si sono dimostrati spenti, troppo spesso spaesati, impauriti, fragili mentalmente e incerti nella fase di impostazione di manovra. Certo, Musacco ha compiuto un paio di interventi prodigiosi (chiedere a Modesto e Tedesco), ma i biancazzurri di Zinfollino hanno meritato i tre punti. Senza se e senza ma.
L’impronta di Giacomo Pettinicchio, insomma, nessuno l’ha percepita. E neanche lui, ne siamo sicuri, si aspettava un esordio così nero.
Il “professore”, però, deve spiegare perché ha schierato Caringella terzino destro, un ruolo decisamente poco attagliante al tutto polmoni giovanotto barese, che ha deliziato gli occhi due stagioni fa giocando a centrocampo.
La partita. Per l’esordio stagionale, l’allenatore tarantino si affida al 4-3-3 con Rana; Caringella, Rubini, Bonasia, Valerio; De Santis, Lezcano, Modesto; Barone Adriano, Terrone, Tedesco.
Non è passato neanche 1′ e il Trani è già avanti. Discesa di Bianchino (classe ’96) sulla sinistra, cross sul secondo palo dove Turitto – a lungo obiettivo di mercato bitontino – insacca alle spalle di Rana.
Il gancio immediato fa male ai padroni di casa, che ci mettono più di qualche minuto a rialzare la testa. Al 13′, però, capitan Modesto grida alla sfortuna
allorché Musacco è bravissimo a mettere in angolo una sua bella conclusione a botta sicura. Da segnalare la bellissima azione dei neroverdi, bravi nella circostanza a far girare la palla da destra verso sinistra con abilità.
Ancora due sussulti tra il 18′ e il 19′. Dapprima è Infimo, il numero 9 tranese, a divorarsi il raddoppio davanti a Rana, bravo a neutralizzare il sombrero avversario. Un giro di orologio dopo, è Lezcano a sfiorare l’eurogol dai 25 metri, ma la sfera è di un capello oltre la traversa.
È il momento migliore del Bitonto, che staziona stabilmente nella metà campo ospite che, per converso, alza una linea Maginot. Il problema, però, è che la palla gira troppo lentamente, gli attaccanti si muovono poco senza sfera e sono serviti pochissimo, le fasce sono poco utilizzate. De Santis e Lezcano sbagliano molto in fase di impostazione, Modesto ci mette il cuore ma è più in difesa che in attacco.
Il finale di primo tempo regala ancora scintille. Al 43′ c’è il palo – Rana non impeccabile – con un tiro da fuori non impeccabile di Turitto, mentre al 46′ è Bartoli a raddoppiare con un bel diagonale dalla sinistra dell’area di rigore, dove l’estremo difensore di casa può ben poco.
0-2 all’intervallo. E primi fischi assordanti dei 400 tifosi che siedevano al “Città degli Ulivi”.
Nella ripresa, ci si aspetta un Bitonto all’arrembaggio.
Tutto vano.
Perché, dopo una bella occasione di Fumai disinnescata ancora da Rana, i neroverdi si segnalano soltanto al 16′. Asse Manzari (appena entrato)-Tedesco, rovesciata in piena area di rigore del capocannoniere del Campionato, strepitoso miracolo di Musacco.
Che poi non sarà più impegnato, anche perché i neroverdi non creano più grossi grattacapi. I tifosi, invece, continuano a fischiare, invitare i giocatori ad andare a lavorare, a insultarli a più non posso. C’è qualcuno che addirittura rimpiange Francesco Modesto, il recente passato.
Sussulti sul campo se ne vedono pochi, poi. C’è solo il tempo per il 3-0 divorato da Abrescia.
Giacomo Pettinicchio, alla vigilia, aveva chiesto di invertire la rotta.
Sì, la rotta da cambiare si chiama obiettivo finale: anche l’Us Bitonto 2015-2016 deve lottare per la sopravvivenza in Eccellenza, perché di più non si può chiedere. I perché sono tanti, e li scriveremo un’altra volta.
E la classifica lo certifica. I leoncelli sono in piena fase play out con 22 punti, e domenica ha uno scontro diretto in casa dell’Hellas Taranto, tre lunghezze sotto.
È davvero vietato distrarsi. E, soprattutto, mollare.
Le pagelle. Rana 6; Caringella 5,5, Bonasia 6,5, Rubini 6, Valerio 5 (Pagone sv); Lezcano 5, De Santis 4,5, Modesto 6 (Roselli sv); Barone 6, Terrone 5,5 (Manzari sv), Tedesco 5,5.
Voto 0, invece, al manto erboso del “Città degli Ulivi”, sempre più in pessime condizioni. Ma ormai non fa più notizia…
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