Tra la voglia di tenere i piedi per terra e quella di continuare a stupire
È stato uno dei più positivi di questo avvio di stagione che vede la Molfetta Calcio veleggiare nelle zone medio-alte della classifica e non ha alcuna intenzione di fermarsi. Stiamo parlando di Bartolo Lorusso, capitano dei biancorossi, e leader indiscusso (ma non l’unico) del team allenato da Pino Giusto.
“Sappiamo che stiamo andando anche oltre quelle che erano le più rosee previsioni di inizio campionato”- ci rivela lo stesso Bartolo-“e proprio per questo non vogliamo assolutamente montarci la testa. Continueremo a lavorare duramente come stiamo già facendo. Abbiamo, però, ampi margini di miglioramento specie nella testa e nelle gambe dei più giovani che comunque sin qui hanno fatto benissimo”.
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Dopo un avvio di stagione in cui ha giocato da difensore centrale, nelle ultime partite Lorusso è stato impiegato stabilmente in mezzo al campo, in una mediana a due o a tre in base alle necessità ma con una costante: la presenza al suo fianco di Dentamaro.
“Con Vito ci frequentiamo in campo e fuori (ride ndr). Diciamo che ci troviamo quasi ad occhi chiusi ma mi trovo bene anche con gli altri compagni di reparto e di squadra tra cui Marco Vitale da cui mi aspetto sempre di più. Ha avuto un avvio di stagione sfortunato, contraddistinto da infortuni vari ma è uno di quei giocatori che, dal punto di vista tecnico, può giocare anche in categorie superiori ed ha colpi importanti”.
Le prossime gare vedranno i biancorossi impegnati con Avetrana, altra sorpresa stagionale che precede di 3 lunghezze i biancorossi, e la Vigor Trani in semifinale di Coppa Italia. Vigor Trani alla quale Bartolo ha segnato proprio in campionato.
“È stato un goal rocambolesco, non lo nascondo. Volevo fare un cambio di gioco ma la palla è schizzata verso la porta e ha sorpreso il portiere. Mi ha fatto piacere soprattutto perché arrivata nel momento migliore della Vigor Trani e ci ha consentito, nei fatti, di pareggiare con la capolista del campionato. Anche se potevamo anche vincerla (ride ndr)”.
Dario Ruta
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