Il club precisa con una nota: ‘Rissa partita da due atleti biancazzurri…
“E’ opportuno partire da un presupposto imprescindibile, ovvero, sulla base di un’ordinanza emessa dal Prefetto di Bari , la gara ASD Vigor Liberty San Paolo – Martina Calcio, si sarebbe dovuta disputare a porte chiuse, quindi senza la presenza di pubblico sugli spalti. In questa ipotesi, dunque, così come espressamente previsto dalla legge, il compito di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica spetta all’Autorita delegata dal Prefetto. Nel nostro caso, tale compito veniva assolto egregiamente dagli agenti della Polizia di Stato. Pertanto, prive di pregio risultano le doglianze circa una presunta presenza di tifosi locali all’interno dello stadio, atteso che l’arbitro, in qualità di giudice unico della gara, ben avrebbe potuto in presenza di una circostanza simile, non autorizzare l’inizio della gara. E invece ciò non è accaduto, anzi, la gara si è svolta regolarmente sino alla fine della prima frazione di gioco, allorquando durante il rientro delle squadre in campo, due atleti del Martina Calcio, senza alcun apparente motivo, aggredivano con violenti pugni e schiaffi due nostri tesserati che venivano prontamente trasportati presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Paolo. Per sedare gli animi tra le due compagini, intervenivano gli agenti della Polizia di Stato e, riportata la calma, l’arbitro invitava le squadre a rientrare in campo per il prosieguo della gara. A questo punto, l’ASD Martina Calcio disattendeva l’invito del direttore di gara e abbandonava lo stadio, giustificando una condotta antisportiva, pretestuosa e provocatoria messa in atto sin dall’inizio. Alla luce di ciò, non è dato capire quali siano le responsabilità della nostra società che, giova sottolineare, nasce dall’associazione di tre realtà radicate fortemente sul territorio che svolgono nella nostra città un progetto di inclusione sociale senza precedenti, volto a perseguire un percorso di formazione e crescita socio culturale, che non permetteremo a nessuno di scalfire o distruggere con accuse diffamatorie e infanganti del buon nome di un quartiere, il San Paolo, che nonostante tante difficoltà cerca quotidianamente di perfezionare quel percorso di crescita sociale già avviato“.