Presentazione ufficiale del nuovo tecnico rossonero. “Non posso nascondere l’emozione”
La foto di rito, un sorriso “stampato” che nasconde anche un po’ di emozione e la presentazione della sua carriera da parte del responsabile dell’ufficio stampa, Lino Zingarelli. Pasquale Padalino torna a Foggia e si presenta alla stampa. L’emozione c’è, ma quando inizia a parlare il tono è sicuro, deciso.
Nember: “Abbiamo aspettato per dare l’ufficialità perché abbiamo fatto passi ponderati. Padalino è la persona giusta per portare avanti il percorso iniziato da Grassadonia, che ringraziamo per quanto fatto e per riprendere la strada che si era smarrita. Aver scelto il Foggia in questo momento, per lui che è foggiano, è una scelta importante e ha valenza doppia. Abbiamo sentito anche altri, ma in questo momento ci voleva lui, ci voleva Padalino”.
Padalino: “L’ultima cosa che farò è deludere i miei concittadini. Almeno dal punto di vista professionale e sentimentale non succederà. Poi il campo parlerà con i risultati, avremo condivisioni o no, ma andiamo avanti. Seguivo il Foggia da tifoso, oltre che da tecnico, per cui parto avvantaggiato, ma vere dinamiche si capiscono solo all’interno dello spogliatoio. Vogliamo ritrovare la strada smarrita attraverso un lavoro attento. Obiettivo? Sono l’ultimo arrivato e pensare di poter dare risposte certe è un tantino presuntuoso. Ma chi intraprende un percorso in una città come Foggia, con una dirigenza ambiziosa, non può che puntare in alto. Siamo terzultimi, è vero, ma un passo alla volta dobbiamo guardare avanti e scalare la classifica. Lo stimolo principale lo da la storia di questa città, non c’è un periodo che ti mette tranquillità, c’è sempre la ricerca di fare quel qualcosa in più. Il desiderio è quello di tornare a calcare quei palcoscenici conosciuti in passato, non sappiamo in quanto tempo e non sappiamo se ci riusciremo, ma noi ci sentiamo parte di questo progetto. In tutte le cose ci sono delle priorità è vanno affrontate al tempo giusto, ma l’ambizione non ce la può sotterrare nessuno. Rispetto a prima? È cambiato qualcosa in me, è chiaro, ma non è cambiata la voglia. Se potessi aiutare un mio concittadino lo farei, quindi spero di non sentirmi in difficoltà qui, nella mia città. Per il ruolo che ho è naturale avere tutti gli occhi puntati addosso, ma io farò il mio. La presenza di Agnelli e di Loiacono, avuti in passato, è fondamentale. Non per il mio ingresso, ma per lo spogliatoio. Sono uomini di fiducia e lo saranno anche quest’anno”. Conosco Grassadonia? Si lo conosco, scelgo di non telefonargli perché ho subito esoneri, anche inaspettati, quindi capisco il morale e non lo aiuterei. Per me non era importante chi mi sostituiva all’epoca, ma capire il perché era successo tutto quello che era successo. Il modulo? Questa squadra ha delle conoscenze e delle certezze. Avendo poco tempo lascerò quello che già sanno, facendo qualche piccolo accorgimento altrimenti non avrebbe senso la nostra presenza qui. Lecce? È una parentesi che mi ha forgiato, sono grato a quelle persone che avevano un salto programmato in due anni. Ma per me questa venuta a Foggia è qualcosa di indescrivibile. Sonno poco per la gioia.
Le pressioni? Qui bisogna saperle vivere perché le hai scelte venendo a Foggia. Poi è naturale che i calciatori più esperti e che sanno viverle meglio devono aiutare quelli che le soffrono maggiormente”.
Fabio Lattuchella