Sulla vittoria, per 3 a 0, contro il Bitetto, c’è impressa, a caratteri cubitali, la firma dell’attaccante della Rutiglianese Mirko Ferro, autore di due reti e, nel complesso, di una prestazione superlativa. Una doppietta – la prima in maglia granata – per rimettere in corsa i suoi nella delicata lotta salvezza e, più in generale, per confermare l’ottimo stato di salute mostrato nell’ultimo periodo, il quale ha registrato ben tre risultati utili di fila per Gentile e soci.
«Era doveroso fare punti, in casa, contro Ginosa e Bitetto» – ha esordito, ai nostri microfoni, il centravanti granata -. Aspettative, col senno di poi, rispettate a pieno con sei punti conquistati su altrettanti disponibili. Mirko Ferro, però, tiene alta la concentrazione e avverte: «non abbiamo fatto nulla, i risultati ci danno la giusta carica per l’immediato futuro». Per le prossime delicate sfide che l’intervistato ribattezza «sfide difficili, delle finali in cui – aggiunge – non possiamo sbagliare nulla e che dobbiamo affrontare con la giusta fame».
Per il rush finale, tuttavia, la Rutiglianese potrà contare, senz’ombra di dubbio, sul feeling con la porta ritrovato dall’attaccante classe 1997. «Sono un attaccante e vivo per il goal – ha chiosato -, lo aspettavo da tanto e finalmente è arrivato». E’ giunto alla mezz’ora scoccata della sfida col Bitetto, allorquando, ad epilogo di un’ottima trama offensiva, Ferro M. ha scaricato una sassata col mancino che non ha lasciato scampo al portiere avversario. «Dalla potenza con cui ho calciato, nella circostanza del primo gol, si può cogliere la voglia che avevo di gonfiare la rete» – ha ammesso -.
In chiusura di secondo tempo, poi, il bis (in foto). «Fare doppietta mi ha reso estremamente felice» – ha aggiunto -. Due reti ed altrettante dediche speciali, racchiuse nell’esultanza post-rete dell’1-0. «Non potevo non dedicare il goal a mio fratello (Ferro G., ndr), gliel’avevo promesso in settimana». Un pensiero, poi, anche per Mimmo De Gregorio, così come rivelatoci dallo stesso Mirko Ferro. «L’altra (dedica, ndr) era per il direttore De Gregorio, una persona che ho stimato e sempre stimerò».
Michele Rubino