Ventola: "Bari squadra del cuore. Dare la possibilità di giocarci la promozione"

Ventola: "Bari squadra del cuore. Dare la possibilità di giocarci la promozione"

L’ex attaccante Nicola Ventola ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, andata in edicola oggi, spendendo parole di amore per il Bari del passato e del presente.

Questi i passi principali delle sue dichiarazioni.

Sul suo amore per il Bari:  “Il Bari è la mia squadra del cuore, non ho mai tifato per altri. Sono sempre andato allo stadio con mio padre, con le farfalle nello stomaco per vedere Loseto, Maiellaro, Joao Paulo e poi ritrovarmi un giorno accanto a campioni come Protti e Kennet Andersson. Giocare nel Bari era il massimo: non volevo andar via. L’accordo iniziale con l’Inter era lasciarmi in biancorosso un’altra stagione, poi loro alzarono l’offerta e per il Bari fu un’occasione irrinunciabile. Nel 2009 in A fui ad un passo dal coronare il sogno di tornare, avrei accettato il minimo salariale, ma non rientravo nei programmi. L’amore, però, non è cambiato. 

Sul Bari attuale e sulla questione play off. La salute prima di tutto. Non possiamo dire quando si potrà giocare: i tempi sono scanditi dall’evoluzione del virus. Ma è doveroso programmare e avere diversi piani di attuazione perché parliamo di un indotto che rappresenta una risorsa irrinunciabile per l’Italia. Sul Bari ho un’idea precisa: comprendo le difficoltà della Lega Pro, ma si deve dar modo ai biancorossi di giocarsi la promozione. Il campo era stato chiaro nel dichiarare il valore di Antenucci e compagni che magari non sarebbero arrivati primi, ma di certo ai playoff si sarebbero trovati in pole. 

Chiusura sulle figure indimenticabili incontrate a Bari. Fascetti è stato esemplare nel tenere a bada i miei 18 anni. Protti perché ho vissuto i suoi 24 gol in A ed è stato un modello. Guerrero per la capacità di fare gruppo. E poi Ingesson: un uomo di grande spessore, un leader. Mi ha trattato con severità a volte, ma anche con dolcezza: mi manca tanto”.

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