Di Bari, ds Fidelis Andria: «Non ci si può accollare anche la spesa dei tamponi, serve una convenzione»

Di Bari, ds Fidelis Andria: «Non ci si può accollare anche la spesa dei tamponi, serve una convenzione»

La Lega Nazionale Dilettanti ha scelto: la serie D si ferma per permettere di recuperare buona parte delle oltre 100 partite non disputate finora. La redazione di notiziariocalcio.com ha deciso di sentire il parere di quanti più addetti ai lavori possibile.

Oggi è il turno di Riccardo Di Bari, direttore sportivo della Fidelis Andria

«Personalmente al primo posto viene la salute di tutti, il resto dopo. Giusto che si valuti tutto ciò che è importante per salvaguardare la salute; nel nostro paese siamo stati troppo superficiali da dopo il lockdown, sembrava tutto finito, ma parecchi addetti ai lavori ci avevano messo in guardia, bisognava continuare stare all’erta e gestire meglio la situazione. Oggi paghiamo le conseguenza di quanto fatto. Per quanto riguarda il discorso calcistico, in questo momento non si può andare avanti; si gioca meno della metà dei recuperi programmati, il protocollo va adeguato a quello dei professionisti, ma ci sono spese importanti e le società di serie D non possono sostenere un altro costo così oneroso. La Lega Nazionale Dilettanti sta facendo il possibile per metterci nelle condizioni di giocare, cercando di rivedere il protocollo e adeguarlo a quello della Serie C. I costi? In quarta serie ci sono spese enormi a fronte di entrate nulle; non ci si può accollare anche la spesa dei tamponi, serve una convenzione. Credo che tutto il mondo calcistico, serie A in primis, deve guardare con un occhio particolare al mondo dilettantistico, perché siamo la base di tutto; noi siamo quasi una serie C, bisogna trovare una soluzione per le società, che oggi hanno difficoltà a reperire risorse. É un anno che le società di serie D non incassano, tra gare a porte chiuse e mancati introiti degli sponsor: se è il caso di fermarsi un attimo per trovare le soluzioni migliorative in prospettiva futura ben venga lo stop, visto che stiamo vivendo alla giornata, senza alcun tipo di programmazione. Dobbiamo fare uno sforzo enorme tutti insieme, ma non per il calcio, bensì per la salute di tutti».

burbarossonera

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