Dopo tempo si concede ai microfoni anche Damiano Partipilo, centrocampista barese che nella sua lunga carriera ha militato in più categorie e gironi d’Italia, ma non dimentica il momento in cui ha iniziato:
“Ho tirato i primi calci nelle giovanili della mia città, quando il galletto occupava le alte classifiche e raggiungeva anche il campionato italiano. Poi però ho lasciato la mia amata terra per crescere, così ho indossato la maglia del Campobasso, dopo ho militato nel Marcianise, in provincia di Caserta. Allontanandomi ancor di più, ho scelto di fare un’esperienza nel Lazio, prima Cassino e poi nel Sora. Mi hanno voluto anche nell’Aversa (Sa), tornando così in Campania. Non dimentico il “miracolo” effettuato l’anno scorso a San Severo, ci siamo salvati con sei punti”.
È il galletto a far battere il suo cuore calcistico e in merito dichiara:
“Sono orgogliosamente biancorosso fin da piccolino. Negli ultimi tempi, questa piazza, non sta avendo ampio merito come in passato, poi la situazione sanitaria ha aggravato il tutto. Spero torni a splendere come una volta”.
La famiglia di Partipilo non sembra aver avuto mai dubbi sulla validità del centrocampista:
“Il mio ruolo è stato sempre questo, non a caso i primi miei numeri di maglia sono stati il 4 e l’8, tipico. La mia famiglia ha sempre apprezzato tutti gli sforzi e rispettato la mia passione, sapevano che sarebbe stata dura, soprattutto per la distanza. Il calcio prevede anche questo”.
Ora, però, il calciatore barese occupa una postazione nel centrocampo biancoceleste e a proposito di ciò, ricorda il momento dell’arrivo:
“Dopo il San Severo non mi aspettavo di trovare un team a meno di 70 km. Prima ancora che venisse designato Rufini, mi ha chiamò il direttore Fiore ed ero entusiasta della proposta, aggiungendo anche il fatto che conoscevo la maggior parte dei ragazzi, formiamo un grande gruppo . Il progetto era chiaro e siamo riusciti nell’intento, come suggerisce la classifica”.
Nelle ultime gare, contro il Trani fuori casa e contro il Real Siti al Miramare, i sipontini hanno sofferto soprattutto nella prima fazione di gioco e Partipilo chiarisce:
“Le partite si giocano al momento, senza guardare la posizione dell’avversaria. Tra l’altro, quando arrivano al Miramare hanno più “fame” e non posso negare che ci tedino in alcuni punti. Però, come si è potuto notare, riusciamo a recuperare soprattutto rispettando le orme del mister che è il nostro coadiuvante in ogni momento . Siamo sicuri del nostro organico e del nostro lavoro. Il tifo? Spero di rivedere gli appassionati sugli spalti, almeno nella finale, sono fondamentali. Anche se siamo alle battute finali, dobbiamo tenere ancora duro. Questa domenica ci riposiamo, ma da martedì si ritorna in campo per continuare l’opera ”.
Sembrerebbe che Partipilo faccia tesoro di quest’esperienza, seppur abbia tastato più terreni durante la sua carriera, sperando che anche questa città gli rimanga nel cuore.
Michela Rinaldi