Angelo Rubino (Manfredonia): da Fasano a Manfredonia e non solo

Angelo Rubino (Manfredonia): da Fasano a Manfredonia e non solo


Angelo Rubino è un esempio sano di ciò che un ragazzo, giovane calciatore, potrebbe aspirare oltre al campo:

“Ho 24 anni, ma sono riuscito a fare tanti sacrifici e a laurearmi in marketing e specializzarmi in management. Ho sempre creduto che fosse importante anche formarsi, questo sport non garantisce sempre un futuro di professione. Comunque sia, ho iniziato nella mia Fasano e nel 2016 ho iniziato a conoscere il Gargano, indossando la maglia del Vieste, quindi già conoscevo questa terra. A 19 anni mi sono allontanato ancora un po’ e sono stato accolto dal Bisceglie che era in serie D e a 21 dal Barletta 1922. Queste esperienze mi sono servite tantissimo, anche perché subito dopo ho conosciuto mister Rufini a Brindisi ed anche a Termoli ho deciso di seguirlo. Peraltro l’anno scorso, a San Severo, siamo riusciti a salvarci con 6 punti a fine prima stagione, non dimenticherò quel risultato raggiunto. Conoscevo già quella piazza poiché nel 2019 ho avuto il piacere di essere incluso, seppur per poco”.

Non è la prima volta che un calciatore del Donia si rivolge ai giornalisti parlando con ammirazione del mister calabrese:

“Il suo fattore umano supera di gran lunga quello tecnico. Nessuno mette in dubbio le sue capacità nel prepararci per ogni sfida come se fosse l’ultima, ma penso che la sua più grande forza sia la stima e l’affetto sincero che nutre nei nostri confronti”.

Ormai tutti sanno che il numero due bianco-celeste si presta benissimo a centrocampo, ma per un po’ di tempo ha provato più reparti:

“Il mio primo numero di maglia è stato l’11, quindi ero nell’area offensiva. Dal attaccante all’ala, ho indossato perfino la maglia del mediano. Ora penso di aver compreso appieno il mio ruolo”.

Il giovane fasanese ci tiene a precisare che la sua famiglia l’ha sempre sostenuto e desiderato il meglio per lui:

“Il mio primo tifoso è mio padre, quindi mi appoggia sempre. Peccato sia milanista (ride, ndr), il mio cuore invece è bianconero e Del Piero non può che essere un idolo, fin da piccolo mi ispiravo a lui”.

Parlando di ricordi, Rubino ha voluto rendere omaggio ad un suo amico, Rocco Augelli di San Giovanni Rotondo, lui stesso ha precisato che preferisce considerarlo tale e non solo “collega”:

“Il brutto male ha portato via un grande uomo, amico e attaccante. Era un bomber nella vita, mi ha insegnato tanto. Un bel ricordo? Ne riparliamo il 27 giugno, si spera.”  

L’obiettivo è quello di non perdere di vista i play off, a tal proposito dice:

“Domenica, contro il Corato cercheremo di dare il massimo come abbiamo sempre fatto per rassicurarci matematicamente ai play-off. Non penso ci siano stati dei cali, ma non ci siamo mai posti come “invincibili”, di conseguenza ogni partita vinta non ci ha fatto montare la testa, siamo stati sempre cauti, penso di poter parlare a nome di tutti. Sono arrivato qui anche grazie al mister e ho trovato un gruppo compatto, altra circostanza che ha giovato alle prestazioni e non ci ha diviso in questo difficile periodo.”

Non è fuori luogo, per il centrocampista, parlare anche di crescita personale:

“Gli obiettivi sono cambiati sorprendentemente, infatti all’inizio erano altri. Anche personalmente penso di aver capito qualcosa, forse a crederci ancor di più in ciò che si fa”.

Rubino ringrazia la tifoseria che, seppur a distanza, sostiene i loro animi e auspica che torni subito ad esaltarli sugli spalti. Quindi, dichiara che sarebbe giusto apprezzare tutti gli sforzi fatti, perché d’altronde tutti ambiscono allo stesso punto: la scalata in D!

Michela Rinaldi

Michela Rinaldi

I commenti sono chiusi