Francesco Ingredda, attaccante classe 2000 di Bari, accetta di parlare un po’ di sé ai microfoni ed inizia dai suoi primi calci:
“All’età di 6-7 anni sono stato accolto in un una vecchia società sportiva barese, Green Park. Nei biancorossi (l’epoca di Matarrese, in serie A) sono andato per i pulcini e gli esordienti e subito dopo, a causa di alcuni problemi, sono tornato nel Green Park. All’età di 15 mi sono trasferito a San Marino per il settore giovanile. Bisogna dire che non è stato facile adattarmi in un luogo così lontano da casa, però ero abbastanza guidato e ho passato bei momenti. Ho giocato nel 2016 addirittura nella città eterna, la prima metà di stagione nella Vigor Perconti (eccellenza laziale) e il resto dell’annata nell’Unicusano Fondi per l’Under 17 , nella Lega Pro e vincemmo pure il campionato. Dopo queste tappe, sono tornato a casa mia, vicino Bari, nel team Altamura e ho disputato la juniores nazionale, allenandomi con la prima squadra. Nel 2018/2019 ho firmato col Terlizzi, ma ho dovuto abbandonare questa strada per andare a Bisceglie. Dopodiché, sono stato convocato al torneo delle regioni ma perdemmo la finale, vantando però il titolo personale di capocannoniere (9 gol). Nel 2019 sono tornato nel Bisceglie e nella seconda metà ho gareggiato con la maglia della Rutiglianese. Prima di approdare sul suolo sipontino, nel complicatissimo anno 2020, ho giocato nella promozione calabrese (Trebisacce, ndr), per poi ritornare a Brindisi nel 2021, ma purtroppo ci sono rimasto per poco tempo essendo arrivato a marzo”.
Il giovane, che ci tiene a precisare che ha varcato i vari campi sempre come punta centrale e che ha sempre avuto dietro le spalle il numero 9, ci parla anche un po’ della sua famiglia: “Hanno sempre appoggiato le mie scelte, anche le più complicate, come quella di trascurare la scuola. Loro vogliono vedermi felice e sanno che non sono come mio fratello a cui piace studiare (ride, ndr)”.
Riguardo i suoi gol, con gli occhi un po’ lucidi dichiara che sono dedicati a suo cugino Walter, scomparso tre anni fa all’età di 24 anni. Le sue attenzioni calcistiche sono sempre state rivolte alla squadra della sua città natale e a tal proposito spiega: “Spero di rivederlo di nuovo tra le grandi, ero troppo piccolo per godermi quei momenti in maniera intensa”.
Il suo idolo? Afferma di essere attratto dal modo in cui attacca Robert Lewandosky, del Bayer Monaco, in fin dei conti chi non lo sarebbe? Ingredda non dimentica, però, la lunga trattativa col Manfredonia: “Appena è stato contattato il mio procuratore, ci sono state alcune problematiche, ma fin da subito ho accettato questa maglia. Spero di onorarli, come ci chiedono di fare i tifosi, così da guadagnarmi il loro affetto. Questi ragazzi meritano tanto. Non tradirò la fiducia che riporrà in me il mister, il progetto parla chiaro e la cisa più importante è far valere la forza di un gruppo che ha “fame”. Un po’ dispiaciuto per il fatto che all’inizio non giocheremo al Miramare, ma l’importante è vincere, non il luogo della vittoria”.
Allora, “vittoria” sia la parola d’ordine di questa nuova annata.
Michela Rinaldi