Forse il più sfacciato tra i ragazzi finora intervistati, ma con atteggiamento sincero, così si avvicina Giuseppe D’Amico, difensore centrale e capitano della Juniores: “Dal 9 agosto mi alleno con la prima squadra ed è incredibile la differenza che sussiste tra il settore giovanile. Mi ha aiutato soprattutto Colangione, c’è sempre stata collaborazione con le varie generazioni”.
A causa del duro allenamento, D’Amico ha subito anche un piccolo infortunio al ginocchio che l’ha messo in out per tre settimane circa, ma ci tiene a specificare: “Ora sono al top, ma ricordo che con il cambio del mister il training si è intensificato (iniziano mezz’ora prima, ndr) e ne ho risentito. Ne approfitto per ringraziare Massimiliano Ciuffreda, il nostro fisioterapista. C’è una grande collaborazione”.
Il giovane difensore sipontino, non dimentica però di aver giocato alla Salvemini (società manfredoniana ormai scomparsa, ndr) per ben undici anni: “Ho vinto un campionato dei Giovanissimi, con mister Franco Grasso. Eravamo in trasferta, a San Marco ed eravamo euforici, Ora è qui con noi ed è di grande aiuto. Non ha creduto solo in me, ma in tanti giovani che non hanno smesso di lottare e sognare. Il mio ruolo? Mi è stato assegnato nel 2018 dal mister Vincenzo Gagliardi e sono grato anche a lui. Ero appena arrivato qui e il gruppo mi piaceva tantissimo”.
La questione “campo” rimane la più sofferta (per la FIGC il Miramare non è omologato e per questo i calciatori biancocelesti sono ospitati a Monte Sant’Angelo, ndr) non solo per la prima squadra, ma anche per il settore giovanile, a tal proposito espone: “Il campo assegnatoci è ostico, di terra battuta e non è facile abituarsi. I nostri risultati non sono ottimali, siamo lontani qualche punto di troppo dalla prima anche se un po’ me lo sarei aspettato. Personalmente non mi pesa il doppio allenamento e ritirarmi prima il sabato, per poter essere <presentabile> la domenica, per la gara”.
È raro che se ne parli, ma è importante accentuare l’aspetto dell’alimentazione, altrettanto per i più giovani: “Il mister, in un’intervista, ha dichiarato di notare un pò di pesantezza fisica nei ragazzi della Juniores, soprattutto nei contrasti. Non ho ritenuto fosse una critica, anzi, ho preso spunto ed è per questo che sono più attento a ciò che mangio, avendo un occhio di riguardo per i legumi e verdura”.
Riconoscere il talento dei propri compagni di squadra è molto lodevole, soprattutto a quest’età, dove la rivalità e la poca maturità portano a mettersi in competizione (maturità di gioco, ndr) e Giuseppe D’Amico parla di Michele Mastrogiacomo, suo coetaneo, anche lui arruolato da mister Cinque: “Entrambi sognavamo questa maglia e insieme l’abbiamo ottenuta, anche questo per me è importante. Abbiamo giocato, vinto e perso uniti. È un mio grande amico anche fuori dal campo e gli auguro di raggiungere tutti i suoi obiettivi. È un po’ scemo (ride, ndr) ma gli voglio troppo bene. Uno dei momenti migliori è stata la vittoria del campionato degli Allievi 2019/2020 con lui, rovinata però dalla pandemia e così non si sono tenuti i festeggiamenti”.
Il giovane calciatore sipontino ammette la difficoltà che trasmette questa “perenne trasferta”, un po’ dispiaciuto racconta: “Anche Lucera ci ha ospitati, addirittura. Noi ringraziamo le varie piazze, ma giocare a casa nostra non ha prezzo, è ovvio. Tra l’altro, è stata fatta una promessa ai tifosi e vorrei, io per prima, che venisse rispettata. Posso dire che il mio sogno non è completo….”.
Giuseppe D’Amico esprime, peraltro, la sua gratitudine nei confronti della cittadina e dei vari mister, per l’apice personale raggiunto. Forse, però, è il paese stesso a dover essere grato ai giovani cittadini come lui, che mirano a rendere questa città sportivamente degna e con atleti residenti validi e audaci che non hanno mollato anche per merito del presidente Iraldo Colicelli”.
Michela Rinaldi