Una società costretta a lavorare in un clima di totale disinteresse dell’amministrazione comunale, senza il sostegno della classe imprenditoriale e con un ambiente a volte anche ostile, una società che dopo aver creato dal nulla una struttura ed una squadra che tanta empatia sta avendo con i tifosi e tutti coloro che amano il Barletta, ora è costretta a gettare la spugna e a lanciare un forte grido d’allarme: il Barletta calcio rischia nuovamente di sparire se non vi sarà l’interesse dell’amministrazione comunale e della classe imprenditoriale a garantirne il futuro. Questo è il succo della conferenza stampa andata in scena nel pomeriggio in piazza Conteduca, 11 alla presenza di larga parte del consiglio direttivo uscente e del direttore sportivo Gianluca Frascati.
Ad introdurre la conferenza è stato Giovanni Damato, membro direttivo dimissionario:«Voglio subito mettere in chiaro le cose, la conferenza stampa odierna serve a confermare le dimissioni già annunciate un mese fa. Come detto da qualcuno, oggi l’incubo termina. È inutile stare a rivangare quel che abbiamo passato e quel che abbiamo subito, senza dimenticare il motivo per il quale noi siamo qui, quel che conta è ricordare che noi siamo dei tifosi che sono corsi al capezzale della propria squadra del cuore e che ne sono diventati dirigenti per questioni tecniche, per il solo fatto di avere uno statuto che ci ha consentito di divenire una società nel più breve tempo possibile. Nonostante le premesse e nonostante tutte le difficoltà economiche sono qui a rivendicare che siamo l’unica società di Eccellenza ad aver pagato tutte le incombenze, e che siamo stati in grado di sostenerle pur dovendo affrontare spese extra come quelle per il “Manzi-Chiapulin” (pagato fino a dicembre) e pur non avendo grossi introiti a causa dell’esilio in quel di Canosa che come capirete comporta una grossa perdita economica.
A tal proposito basti pensare che abbiamo fatto 170 abbonamenti di cui 20 sono i nostri, ad ennesima dimostrazione tra l’altro di come abbiamo contribuito in termini di tempo ed energie anche economiche. Abbiamo resistito grazie al nostro impegno ed a quello di tutti i nostri sponsor ed usciamo di scena con la consapevolezza di aver fatto il possibile per coinvolgere nella gestione tutto l’ambiente e penso ai sondaggi sul logo o sulla maglia. Quello che abbiamo fatto l’abbiamo fatto solo per l’amore e la passione che nutriamo per i colori biancorossi una passione che non si sopirà. Mi sento di dire che abbiamo fatto una bella cosa. Tecnicamente adesso parte un periodo di vacatio, che sarà sopperito dal lavoro di segretari che proveranno a raccogliere il necessario per permetterci di sostenere le prossime trasferte».
Il quadro della situazione fotografato da Damato diviene ancor più chiaro e se vogliamo più amaro con le parole di Marco Dambra, altro membro uscente del direttivo: Siamo qui a chiedere l’aiuto di tutti compresa la stampa-ha esordito Dambra- perchè siamo davvero nelle condizioni di chiederci come andare a Castellaneta tra due settimane. Siamo a chiedere l’aiuto di tutti, della stampa, dell imprenditoria e dell’amministrazione ed è proprio su quest’ultima che voglio soffermarmi. Noi riconosciamo al sindaco il contributo fondamentale per la raccolta di quei 130mila euro necessari a sopravvivere. Dal 5 agosto però il sindaco è sparito, rimandandoci all’assessore a volte disponibile alcune no. Qui però non serve parlare serve trovare soluzioni ai problemi».
Fatta questa premessa Dambra è entrato nello specifico riferendosi all’atavico problema delle strutture: «Prendiamo il “Manzi-Chiapulin”, ci è stato detto di averlo a disposizione come tutte le altre associazioni sportive barlettane, noi che abbiamo portato il nome di Barletta fino alla serie B. Abbiamo rispetto per tutti ma crediamo che non sia una cosa opportuna. Prendiamo poi la juniores che abbiamo con grande soddisfazione riportato a Barletta ed a cui è stata concessa 1 ora e 10 alla settimana di allenamento da svolgersi al “Simeone”. Vi sembra una cosa opportuna? Siamo stati abbandonati e trattati come l’ultima società di sport cosiddetti minori. Pensate poi che per poter affittare il “S. Sabino” paghiamo una tariffa maggiore non essendo società canosina, quando a Barletta vengono accolte squadre e società di fuori Barletta e pagano le stesse tariffe delle società barlettane».
Il nodo Manzi-Chapulin per Dambra è l’emblema del disinteresse dell’amministrazione:«Sempre restando al “Manzi-Chiapulin”- ha affermato Dambra- il comune si trincera dietro gli incidenti di Barletta-Bisceglie ma, abbiamo girato campi come quelli di Novoli, Otranto e Mesagne che sono anche peggiori del Manzi. Se avessimo voluto si sarebbe potuto avviare un progetto per giocare nella struttura di via Dei Mandorli ma si sono sparate cifre da 250mila euro per montare dei prefabbricati ed allora siamo stati costretti a giocare a Canosa senza nemmeno il sostegno delle navette che pure ci erano state promesse». In conclusione, Dambra ha rilevato come: «Questo disinteresse dell’amministrazione non faccia altro che allontanare l’imprenditoria locale e non, quando basterebbero 15mila euro mensili, una cifra irrisoria per un territorio come il nostro, per chiudere il campionato con questa rosa, una rosa che ci sta regalando emozioni e che potrebbe regalarne a chiunque decida di sostenerla come hanno fatto i nostri sponsor a partire da Much Money che pur avendo sede a Milano con proprietario barlettano, ci sta dando un grande appoggio».
Ultimo a prendere la parola è stato il direttore sportivo Gianluca Frascati che dopo aver evidenziato il gran lavoro del gruppo dirigente uscente ha lanciato il suo grido d’allarme: «È davvero difficile- ha affermato il direttore- lavorare non sapendo se ci sarà un domani. Ed allora vi dico, stemperiamo i toni, pensiamo positivo ed uniamoci con l’intento di sensibilizzare la politica e la classe imprenditoriale per far si che si occupi delle sorti di una squadra piena di barlettani, piena di uomini attaccati alla maglia, una squadra ben lontana da quello che Barletta ha visto nella passata stagione. Dobbiamo sforzarci tutti di andare avanti perchè, sì fino a dicembre saremo tutti sulla stessa barca, ma poi non si potrà vietare ai calciatori di cercare altrove quella stabilità che qui non potrebbero avere e sarebbe una sconfitta per me e per tutti voi arrivare a questo punto. Non nego che le difficoltà ci sono, vuoi per la mancanza di strutture, vuoi per le difficoltà degli imprenditori di fare squadra ma dobbiamo sforzarci di trovare la soluzione. Ed allora, chiedo anch’io all’amministrazione di avvicinarsi a noi, magari anche facendoci lavorare meglio evitandoci di dividere la struttura con realtà minori e per solo un’ora e mezzo al giorno. Io vi garantisco in ogni caso che noi daremo il massimo fino a quando ci sarà possibile farlo».
Questo dunque il grido d’allarme lanciato da piazza Conteduca, la parola passa ora all’amministrazione comunale e tutto il mondo imprenditoriale barlettano (e non). Il Barletta calcio è nuovamente in pericolo e bisognerà fare di tutto per salvarlo.
Adriano Antonucci
Lascia un commento