Taranto, la rimonta nel DNA

Taranto, la rimonta nel DNA

A Taranto, due cose sono sicure: la morte e la rimonta. Il tempo trascorso dalla scoperta della morte è indefinito. Invece, da tre anni, i tifosi rossoblu si ritrovano ad inseguire un sogno che ad un certo punto della stagione sembra essere sulla via dello svanimento. Per tre stagioni, il copione è stato lo stesso: si inizia con l’obiettivo della promozione, a metà percorso i problemi incombono, mentre la vetta si allontana sempre di più per poi riavvicinarsi quando mancano poche giornate alla fine del campionato.

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Lotta, grinta e cuore non possono non essere riconducibili al Taranto, una squadra che nel suo ultimo anno in Lega Pro si è fatta conoscere per il suo bunker difensivo (ancora vivo sotto la guida di Cazzarò), ma soprattutto per le numerose vittorie conquistate nonostante i giocatori non ricevessero gli stipendi. Conseguenza: 7 punti di penalizzazione, primato perso ed eliminazione dai playoff con successivo fallimento societario ed iscrizione in Serie D.

Matera, Andria, Virtus Francavilla e Nardò. Queste le antagoniste del Taranto, partito per due stagioni da favorito ed approdato, per altrettanti anni, da vinto. Con Matera ed Andria, la speranza iniziò a nascere nelle sfide casalinghe giocate proprio contro le due compagini (sconfitte 1-0 e 4-1), per poi spegnersi alla penultima giornata di campionato. Quest’anno, però, il Taranto si è risvegliato “presto” dall’incubo di una quinta stagione in Serie D, approssimatasi quando le lunghezze dal primo posto erano 10. Virtus e Nardò hanno lasciato punti per strada, pareggiando spesso (soprattutto il Francavilla) e allora il Taranto ne ha approfittato, vincendo, vincendo e vincendo, fino ad arrivare a -2 dalle rivali.

Il momento clou della stagione per la compagine ionica è arrivato. Domenica, allo “Iacovone“, andrà in scena la sfida con il Potenza, gara che lo scorso anno fu decisa da Marsili con una punizione chirurgica, la quale permise al Taranto di sorpassare i potentini, approdando al secondo posto. Cinque partite separano tre squadre dalla Lega Pro. Il Taranto deve sperare nei passi falsi di Virtus e Nardò, ma per raggiungere la promozione non basta auspicare.
Per tagliare la linea del traguardo esiste un solo modo: vincere.

Alessandro Mazzarino

Alessandro Mazzarino

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