Utilizzo under nei dilettanti : una regola ormai superata dai tempi.

Utilizzo under nei dilettanti : una regola ormai superata dai tempi.

Istituita circa dieci anni fa, non ha mai ricevuto, per vari motivi, il consenso unanime della grande famiglia dei dilettanti. Doveva servire a valorizzare i giovani, ma così non è stato. Le società, sin dal primo momento, hanno dovuto faticare e non poco, a convivere con questa regola soprattutto dalle nostre parti. Un’altra spinta sarebbe dovuta arrivare dai campionati juniores, campionati dimostratisi deficitari sotto tutti i punti di vista. Pochi, infatti, sono quelli che vanno a “ finire” in prima squadra e quando ci arrivano vanno a coprire sempre gli stessi ruoli : portiere, esterni, bassi o alti che siano. Per gli altri posti, gli allenatori, sempre meno coraggiosi, preferiscono giocatori più “ navigati”,ossia avanti con gli anni ( vicini ai quaranta) anche se in possesso di buona tecnica ed esperienza. A tutto questo bisogna aggiungere le decisioni, mai univoche, dei vari comitati regionali e la “frittata” è servita. La Lega Nazionale Dilettanti, ogni anno ad inizio stagione, obbliga le squadre dilettantistiche di “ impiegare, sin dall’inizio  delle partite e per l’intera durata delle stesse, Tre Under”, per quest’ anno, due (97) e un ( 98) , lasciando successivamente ai vari  comitati regionali la facoltà di modificare tale norma non superando il numero di quattro. Da questo momento inizia la girandola di iniziative. Il Comitato Regionale del Lazio decide di attenersi alla regola dei Tre modificando però gli anni di nascita : 1( 96), 1 ( 97), 1 ( 98) . Il CRA Puglia, invece, opta per due giocatori del 97 e uno del 98. Il resto tutti a casa. Se lo spirito è quello di dare largo ai giovani, la norma va cambiata. Siccome una società sportiva è anche una scuola di vita non si può e non si deve, per varie ragioni, disperdere un così importante patrimonio con tutti i pericoli che la vita quotidiana ci fa trovare ad ogni angoli di strada. In un discorso più ampio non bisogna nemmeno tralasciare il lato economico. Le società che non hanno un settore giovanile puro (esordienti, allievi) sono costrette, ogni anno, per rimpinguare l’organico juniores e prima squadra, ad attingere dalle varie società giovanili con l’esborso, per il cosiddetto premio di preparazione, di diverse centinaia di euro. Nel corso della stagione succede che per una panchina in più, una convocazione in meno, più di qualche ragazzo abbandona,con il risultato finale che le società restano a “piedi” sia dal punto di vista economico che di organico. Un altro particolare da non trascurare è quello relativo ad una delle tante riforme scolastiche e, tra queste, quella che riguarda il cosiddetto percorso “scuola – lavoro”. Alcuni ragazzi, nei momenti importanti dei campionati, per effetto di questo percorso, sono costretti a saltare gli allenamenti e, in alcuni casi, le partite, se fanno parte della squadra juniores. La soluzione, senza chiamare in causa la Corte Costituzione o la Corte di Giustizia Europea, sentenza Bosman docet, potrebbe essere il libero impiego dei calciatori sino al compimento del 30esimo anno d’età con, eventualmente l’obbligo, di tre over. Fantacalcio ? Può darsi, ma una soluzione va comunque trovata.

Mimmo De Gregorio x calcioweb dilettanti.

Mimmo De Gregorio

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