Così proprio non va. Il “harakiri” di Fondi fa il pari con quelli di Vibo, Catania e forse con il pari interno con il Foggia. Questa volta non ci sono spiegazioni che tengano, il “suicidio” collettivo non può essere accettato in nessun modo. Le dichiarazioni dei diretti interessati a fine partita non convincono più di tanto. A Fondi, come nelle precedenti partite, anche in quelle vinte, sono venuti a galla gli stessi “difetti”: mancanza di personalità e convinzione (errata) di poter disporre dell’avversario in qualsiasi momento della gara come ha affermato il tecnico Padalino a fine partita: “Se conduciamo la partita con un doppio vantaggio. Dobbiamo essere più cattivi e maturi nella gestione del risultato e nella ricerca della terza rete”. A tal proposito, una domanda sorge spontanea: chi deve inculcare ai giocatori questi concetti basilari del gioco del calcio? Non certamente i tifosi, non certamente i giornalisti. E, ancora Padalino:“ Per un gruppo, che gioca insieme da troppo poco tempo, bisogna aver pazienza per crescere in questo senso “. Questo potrebbe anche essere vero, ma nella partita con il Fondi, come nelle precedenti, non si può dopo il doppio vantaggio, cadere nei vecchi “peccati”: lento e stucchevole possesso palla, un possesso palla fine a se stesso soprattutto se lo si fa nella propria metà campo con retropassaggi che chiamano in causa anche il portiere, tanto da consentire agli avversari di riorganizzarsi e chiudere tutti i varchi. Così facendo si pecca in presunzione, si perde in concentrazione, in voglia di continuare a combattere, ci si addormenta, in parole povere. A tutto questo aggiungiamo la poca concretezza sui calci piazzati e il quadro è completo. Ancora Padalino: “Forse il doppio vantaggio ci ha trasmesso troppa tranquillità, portandoci ad abbassare il baricentro e permettendo al Fondi di farsi più intraprendente”. In questo rilassamento generale ci ha messo del suo anche il portiere Bleve, quando con il doppio vantaggio ha perso tempo venendo ammonito dall’arbitro, causando di contro il recupero durante il quale il Lecce ha preso il gol del pareggio. Lo stesso Bleve, protagonista in negativo nel finale di partita con un’uscita sconsiderata su Calderini che gli è costata l’espulsione. Al suo posto Mancosu, a sostituzioni già avvenute, bravo quest’ultimo a evitare il gol della sconfitta su incursione sempre di Calderini. Niente drammi, il Lecce è in alta quota, dopo la Juve Stabia, con Matera e Foggia, ma, da parte del tecnico, è necessaria un’attenta rivisitazione dell’intero assetto tecnico – tattico della squadra.
Il pensiero del collega Vittorio Renna va oltre ogni più ragionevole dubbio :
| “ La partita, la prestazione e il pareggio del Lecce sono del tutto inaccettabili. Una squadra che dovrebbe (?) vincere il campionato non può permettere nel modo più assoluto al Fondi di pareggiare in due minuti una partita già persa. I quattro pareggi (due 0-0 in casa e due 2-2 fuori) e la sconfitta di Catania sono cinque grossi campanelli d’allarme. Ma temo che mister Padalino non li abbia colti. Non vorrei sentire che anche il punto di Fondi, dopo quello in casa della Vibonese sia stato un punto pesante; alla fine del campionato vedrà quanto sono stati pesanti. La partita di Fondi ha evidenziato ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, le due grosse lacune della squadra. La prima è quella del portiere (ieri Bleve in giornata non nera, ma nerissima); quello del portiere è un ruolo cardine per una squadra che mira a vincere un campionato. Il portiere è l’unico giocatore di una squadra che è capace di farti vincere un campionato ma anche di fartelo perdere. Non dimentichiamo il recente campionato europeo nel quale il portiere del Portogallo, da solo, è riuscito a far vincere il titolo al suo Paese. E poi il problema del centrocampo. Non riesce a fare filtro, non riesce a supportare i tre attaccanti. Ma è chiaro, se il Lepore viene impiegato in un ruolo non suo non può dare quel rendimento che nelle ultime due stagioni lo hanno sempre visto tra i migliori e in qualche partita il migliore in assoluto. E’ l’Arrigoni che gioca davanti ai due centrali difensivi come se fosse un quinto difensore. Così facendo il reparto più importante della squadra è retto soltanto dal povero Mancosu. Così si spiega perchè gli avversari riescono al centro del campo ad avere una certa supremazia; sono sempre chiaramente in superiorità numerica. Nella partita con il Foggia si è tanto parlato del centrocampo della squadra dauna, ma nessuno forse si è accorto che la bella prestazione è dipesa dallo scarsissimo apporto dato dallo pseudo centrocampo del Lecce; come mai il Foggia nella partita di Castellammare di Stabia non ha fatto quello che ha, invece, fatto a Lecce? E ha preso ben quattro gol. A questo punto e alla vigilia di quattro partite che saranno decisive per il risultato finale (Cosenza, Juve Stabia, Taranto e Matera, tutte di fila) il mister Padalino dovrebbe apportare un paio di semplicissime variazioni; o cambiare modulo visto che l’attuale non dà nessuna garanzia ovvero spostare Lepore sulla fascia destra e portare Arrigoni ad operare oltre la metà campo in modo da dare una mano al Mancosu. Se poi volesse veramente dare una scossa alla squadra non sarebbe peccato mortale passare al 3-5-2 con un centrocampo che dovrebbe vedere Lepore e Doumbia sulle fasce e al centro tre grossi giocatori come Fiordilino, Arrigoni e Mancosu in linea. Questo sarebbe il miglior centrocampo di tutta la Lega Pro e anche della serie B. Comunque non dobbiamo essere noi a fare certi suggerimenti, ma è lui che deve necessariamente apportare qualche modifica al fine di vedere una squadra più squadra”.
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Sulla stessa lunghezza d’onda anche il collega Umberto Verri :
“Due punti in tre partite sono il preoccupante segnale del difficile momento che sta attraversando il Lecce di mister Padalino. Prima l’assurda ed inattesa sconfitta di Catania, poi il pareggio nel derby con il Foggia ( e ci poteva stare) ed infine ieri il beffardo 2-2 in casa del Fondi, formazione coraggiosa e ricca di entusiasmo, ma certamente inferiore, sul piano tecnico, al Lecce. E sempre ieri, tanto per dirla completamente, abbiamo rivisto il Lecce di Vibo, anche lì avanti di due reti ma in pochissimo tempo rimontate dagli avversari. E alla fine fu 2-2. Proprio come ieri a Fondi, dove per il Lecce la partita sarebbe potuta finire anche con un k.o se l’improvvisato portiere Mancosu ( sostituto dell’espulso Bleve) non avesse compiuto una parata-miracolo a pochi minuti dalla fine. Insomma, come si può constare da queste poche note , il Lecce ha evidenziato a Fondi più errori che cose buone, lasciando chiaramente intendere di attraversare una fase di campionato all’insegna del disordine tecnico-tattico e , soprattutto, di grave squilibrio psicologico.
Cos’ha, dunque, questo Lecce che, lentamente ma inesorabilmente, si sta allontanando dal vertice (tre lunghezze in meno) della classifica, primato detenuto dalla Juve Stabia, vittoriosa per 2-0 sul campo del Catanzaro? Ha un solo grande male che deve guarire al più presto se non vorrà compromettere l’intera stagione. Ha soprattutto il mal di centrocampo e poi un disordine mentale e tecnico in difesa, dove il portiere Bleve si sta rivelando troppo giovane ed inesperto e dove ancora qualche altro elemento (Vitofrancesco) sta avendo un calo di forma allarmante. Centrocampo-no o quasi e attacco a fasi alterne. In questo settore, si è fermato soprattutto Caturano, ormai a secco da cinque settimane. Avrebbe bisogno di un po’ di riposo per riprendersi mentalmente, ma non ci sono valide alternative. Ed infine, un affettuoso consiglio a mister Padalino. Il suo <4-3-3> non sta pagando più e quindi dovrebbe sperimentare altre formule in modo da poter rivedere all’opera il Lecce brillante e produttivo delle prime giornate di campionato”.
Mimmo De Gregorio
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