A distanza di 48 ore brucia ancora la pesante sconfitta subita al Via del Mare da una Matera assatanato, cinico e incisivo. Quanto è successo deve far riflettere molto il tecnico Padalino (in foto con l’addetto stampa, Andrea Ferrante), i cui cambiamenti di formazione, rispetto alle due precedenti e vittoriose partite, hanno lasciato tra i tifosi tante perplessità. L’occasione giusta è già alle porte con la partita di domani in Sicilia contro il Messina. Un pronto riscatto ci deve essere a tutti i costi, visto che niente è perduto, a patto che il tecnico giallorosso faccia tesoro di quanto è successo e provveda a rivedere l’assetto tattico.Detto questo, è necessario ritornare sulla prestazione di sabato e lo facciamo in primis con il collega Vittorio Renna :
“Quella con il Matera doveva essere la prova del nove e doveva decidere quale delle due fosse la più forte. Il verdetto c’è stato ed è purtroppo inequivocabile. Il Matera non è soltanto più forte, ma è nettamente superiore al Lecce. In poche parole il Matera può tranquillamente puntare alla promozione diretta e il Lecce deve accontentarsi dei ….. play-off. Il Lecce non ha saputo superare l’esame di laurea e i motivi sono quelli che ci portiamo dietro sin dalla prima giornata. C’è il problema del portiere, c’è il GROSSO problema del centrocampo, c’è il problema dell’assenza assoluta di gioco sulle corsie esterne. Il metodo adottato da mister Padalino (il 4-3-3) è stato nettamente bocciato dal campo. Ma lui, integralista e testardo, non ha mai voluto ascoltare nessuno. La stampa per vari e comprensibili motivi non ha voluto incidere più di tanto. Se Padalino allenasse una squadra di Milano e la facesse giocare come fa con il Lecce, sono certo che la Gazzetta dello Sport, gli dedicherebbe minimo tre pagine al giorno. E’ inutile ripeterci, ma dobbiamo ancora una volta ricordare al mister che una squadra di calcio, per essere tale, in qualsiasi parte del mondo, deve avere UN BUON CENTROCAMPO. Il Lecce in quel reparto ha solo tre giocatori dei quali uno (Arrigoni) viene posto qualche metro davanti alla difesa e, quindi, non fa che il quinto difensore, un altro (Lepore) gioca in un ruolo non suo dove non riesce ad esprimersi ad alti livelli come ha fatto nei due anni precedenti. Così il centrocampo del Lecce è composto dal solo Mancosu (il migliore della squadra) il quale non può reggere il confronto con l’omologo reparto della squadra avversaria che si trova in netta superiotà numerica e, quindi, comanda a suo piacimento la partita. C’è anche il problema dei due esterni del tridente offensivo; giocano troppo da ….. esterni lasciando il povero Caturano solo nei pressi dell’area di rigore dove è facilmente controllato dai due difensori centrali e, quindi, anche il rendimento del bomber ne risente moltissimo perché ha poco aiuto sia dai due esterni che dal quasi inesistente centrocampo. Non esistono, come abbiamo già detto, i continui inserimenti dei due difensori esterni bassi. E questa è la fotografia dell’attuale Lecce che contro il Matera ha subito uno 0-3 che la squadra giallorossa non subiva dal 7 febbraio 2009 (Lecce – Inter) e se guardiamo la sola serie C, per ritrovare un’altro 0-3, dobbiamo fare un salto di ben 56 anni; accadde il 10 gennaio 1960 nella partita Lecce – Pescara. Ci vorrebbe una forte scossa e un’immediata inversione di tendenza; ma questo, possiamo stare tranquilli, non succederà …. purtroppo.
L’Avvocato, Oronzo Valletta, analizza lo stato attuale non disgneando di guardare al futuro :
“A mente ghiacciata, pure io l’avevo detto: il Lecce non è squadra schiaccia…sassi e purtroppo i sassi ci hanno schiacciato.
L’altra sera davvero male tutti e tutto, una delle peggiori sconfitte interne di sempre.
Ho letto tanti commenti, di tecnici e tifosi, e non potrei onestamente non ritrovarmi nelle perplessità dei più, soprattutto sul centrocampo. Al quinto torneo di C però mi chiedo e vi chiedo: possibile che in 5 anni tutti i mister erano ciucci e tutti i calciatori senza palle? O più semplicemente abbiamo avuto (tranne forse il primo anno) squadre forti ma meno forti di altre? Il mio parere è che sia stata allestita una discreta rosa da primi posti (non facile ripartendo da zero o quasi) e con un mister affatto incapace (il che non vuol dire impeccabile), visto che, convincendo o meno, sono stati fatti 32 punti; ma che manchi qualcosa (e forse più di qualcosa) per arrivare primi.
La mia domanda è: siete davvero convinti che con un altro mister e lo stesso organico arriveremmo primi?
Io credo che un mister si debba cambiare in corso d’opera solo quando i giocatori non lo seguono più o ha problemi impeditivi, come dimostra la nostra storia: in 50 anni solo nel 76 obiettivo raggiunto cambiando mister (e diversi giocatori).
Allora giusto che si cambi solo nel primo caso, altrimenti, con questo mister, sereno ma severissimo esame della situazione, delle cose buone e delle lacune emerse, compresa qualche sua convinzione tattica che potrebbe essere rivista, e da subito (gennaio è vicino) individuazione di obiettivi sostenibili che possano migliorare e completare l’organico come ” giudicato” dal campo.”.
Mimmo De Gregorio
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