La divisione della posta in palio, il primo tempo discreto, la ripresa movimentata con recriminazioni da una parte e dall’altra, stridono con quanto sugli spalti non è successo anzi è successo solo in parte. Sabato pomeriggio ad Andria è stato compiuto nei confronti dello sport in generale un vero “attentato” calcistico contro ogni più elementare norma di libertà personale e di gruppo. Aver vietato ai tifosi leccesi di andare ad Andria è stato un segnale negativo per tutti coloro che, in questi ultimi tempi, si prodigano per riportare negli stati amicizia, rispetto e tranquillità. E’ stato commesso un grave “abuso e sopruso” verso chi ama la propria maglia e soprattutto la propria terra. Non è stato facile per Cosenza e compagni giocare novanta e passa minuti senza il calore, il sostegno dei propri tifosi e sentire nelle orecchie solo il forte, compatto e caloroso incitamento dei tifosi di casa. Questo “abusivismo” razziale ha fatto gioire, come non mai, i tanti denigratori di un calcio che, a parer mio e non solo mio, rimane, nonostante tutto, una base di crescita e di aggregazione sociale e culturale. E’ mancato in Andria – Lecce quel pizzico di sano “sfottò” che è poi il pepe di un derby. Vedere la curva sud (foto), quella che dovevano occupare i tifosi giallorossi, vuota, è stata una sconfitta non solo per l’autorità che ha emesso l’ordinanza, ma anche e soprattutto per coloro che gravitano nelle segrete stanze del potere della Lega Pro. E’ evidente che in casa Lecce si guarda con moderato ottimismo al punto guadagnato contro una buona squadra e su un n campo difficile dove, tanto per ripeterci, i ragazzi di Favarin hanno goduto per tutta la partita del sostegno incondizionato e senza intervalli di tutta la tifoseria, tribuna compresa. A quanto detto, visto e scritto, bisogna aggiungere un particolare importante: nella ripresa il Lecce, agli attacchi dell’Andria, ha risposto tra l’altro con tre veloci contropiedi sprecati per troppa precipitazione nel passaggio finale. Il Padalino pensiero racchiude in sintesi quello che, in parte, è stato il giudizio generale:
“E’ stato un punto importante e sofferto quello conquistato con l’Andria. E’ stata una partita dura, che consolida il nostro carattere. Abbiamo affrontato una squadra che veniva da dieci risultati utili consecutivi e non ci aspettavamo certo regali. La nostra prestazione è stata maschia, se non sei preparato qui puoi perdere come è accaduto a Juve Stabia, Matera e Cosenza. Gomis? Non ha fatto tante parate. E’ un bravo portiere e si fa trovare pronto in quelle poche occasioni che arrivano nella zona di sua competenza“.
Il Presidente, Saverio Sticchi Damiani
“La squadra ha dimostrato di saper tenere il campo contro una Fidelis Andria ostica che ha impostato la partita sull’agonismo.
Devo rimarcare il fatto che questo è stato un campo difficile per tutte le nostre dirette concorrenti che sono venute qui a giocare.
Bilancio del girone d’andata? Abbiamo affidato a Padalino una squadra completamente rinnovata e chiudere il girone d’andata in testa alla classifica è un ottimo risultato”.
Vittorio Renna :
“Non possiamo nemmeno dire che abbiamo visto il solito Lecce. Ormai ci siamo abituati a vedere in ogni partita dei cambiamenti inspiegabili; ieri Lepore a sinistra del tridente offensivo dove non ha mai giocato in vita sua, il Contessa, oggi in campo, mentre l’altro sabato era stato bocciato dopo trenta minuti e Arrigoni (l’anno scorso il regista insostituibile del Cosenza), Torromino e Doumbia in panchina. Mah! Bravo chi ci capisce qualcosa. Sulla prestazione della squadra che dovrebbe vincere il campionato cosa dire? Un sola cosa basta: in novanta minuti un solo tiro in porta (il bomber Caturano nemmeno un tiro) mentre l’Andria ha creato quattro/cinque occasioni. L’impressione che si e avuta è che il Lecce puntava al massimo al pareggio. E così possiamo reggere il confronto con le altre tre squadre? Non credo. Ma ritornando allo schieramento proposto dal signor Padalino ci sono da fare alcune riflessioni. Stiamo assistendo da qualche settimana a continue “rivoluzioni” nella formazione da mandare in campo; dopo la figuraccia con il Matera, ben sette sostituzioni, nella partita successiva ne rientrano quattro, ecc. ecc. Ma gli esperimenti non si fanno in agosto, nella partite di Coppa Italia o nelle amichevoli o anche (al massimo) nelle prime tre/quattro partite di campionato? Farli quando sta per iniziare il girone di ritorno mi sembra molto, ma molto strano. Quando questa squadra riuscirà ad avere una sua identità? Forse a maggio? Dopo la partita di Andria le mie impressioni sono tali che non posso nemmeno riportarle in questi quattro righi. Purtroppo vedo che il punto con l’Andria è stato da quasi tutti definito “pesante”; nel prosieguo del campionato vedremo i tanti punti “pesanti” come quelli di Vibo Valentia, di Fondi, ecc. se saranno veramente tali. Non ritengo sia il caso di fare altre considerazione (ce ne sarebbero tante) in quanto dai dirigenti, all’allenatore e a parte della tifoseria va tutto bene, la squadra è in testa alla classifica, è campione d’inverno e….. cosa si vorrebbe di più? Si guardano soltanto i risultati e questi danno certamente ragione al mister. Quali sorprese ci riserverà la prossima partita? Giovedì, contro il Monopoli, lo scopriremo”
Umberto Verri
Lecce e Matera a braccetto anche nella conquista del titolo di campioni d’inverno. Quasi sempre a stretto contatto in una lotta che ha tenuto con il fiato sospeso le due tifoserie, sabato scorso Lecce e Matera hanno terminato le 19 fatiche del girone d’andata ottenendo risultati di alto valore; ben 39 punti a testa (ad una media di 2 punti e qualcosa a partita) finendo così per meritare il titolo di squadre regine del girone meridionale di questa infernale lega pro. Trentanove punti a testa, ma primato simbolico al Matera che ha segnato 44 reti (subendone 17) rispetto al Lecce che ha fatto centro 33 volte (ben 11 in meno rispetto ai lucani) e subito 16 gol, uno in meno della coinquilina in vetta alla classifica. A distanza di due lunghezze, Juve Stabia e Foggia, a quota 37, e quindi potenziali avversarie di Lecce e Matera nella conquista diretta della serie B.
Tutto questo preludio al pareggio del Lecce ad Andria solo per far comprendere, specie a chi sta cantando vittoria, che la strada della promozione diretta è ancora lunga e piena zeppa di ostacoli. Quello visto ad Andria è stato un Lecce poco intraprendente ed a tratti anche remissivo. E’ riuscito con fatica a creare due limpide palle-gol ed un’azione con Mancosu meritevole dell’assegnazione del calcio di rigore. Poi quasi niente e, sinceramente, da una squadra che vuole vincere il campionato ci saremmo aspettato qualcosa di più concreto e produttivo in quasi tutti i reparti. Purtroppo, anche ad Andria il Lecce si è presentato con diverse pedine nuove rispetto al Lecce vittorioso sulla Paganese. Ha destato sorpresa, ad esempio, l’impiego di Lepore sulla fascia centrale sinistra (poi spostato a destra) e l’esclusione dei vari Arrigoni, Doumbia, Torromino, Drudi e via dicendo. Troppi cambi quando si è a metà campionato. Ma, dalla parte di chi vede tutto con occhi giallorossi, c’è chi sostiene che ad Andria ci hanno lasciato le penne Juve Stabia, Matera, Cosenza d altre bune squadre: vale a dire quasi tutte le big del girone. Il Lecce ha pareggiato ed ha conquistato il titolo di campione d’inverno. Cosa si vuole di più? Lo sapremo alla fine del girone di ritorno.
Avv. Oronzo Valletta
Il pari di Andria visto con più distacco?
Con il cuore sono deluso: avrei voluto che si vincesse con tante occasioni da gol, si desse un segnale forte e chiaro, si superassero i 40, si restasse soli al comando.
Con la testa accetto e resto fiducioso: non si è fatta una grande partita, zero occasioni, ma si è data continuitá contro una squadra forte, abbiamo giá vinto 6 volte su 10 fuori casa, si stanno alternando molti giocatori di pari livello e ciò potrebbe essere importante più avanti, qualcosa nel gioco spesso non va ma siamo secondi (per molti suona meglio) a pari punti con la prima.
Insomma non siamo schiacciasassi e si sapeva (mi basterá avere alla fine un punto in più dei Sassi e degli altri), abbiamo qualche problema (chi non ne ha) e si sapeva, ma se stiamo calmi e compatti ce la possiamo giocare alla pari con le altre tre, c’è equilibrio e la differenza tra la vincente e le altre comincerá a vedersi tra qualche partita, quando, a fine mercato, tutte si saranno assestate.
Mimmo De Gregorio
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