Uscendo dallo stadio l’altra sera, al termine di Lecce – Monopoli, una tifosa con il “coltello” tra i denti ripeteva a più non posso:” Lecce miu, il 4 – 3 – 3, non è per tie “, E, non aveva tutti i torti. Non vogliamo affondare il coltello nella piaga, ma questo modulo di gioco non va proprio o per lo meno non va per tutta la durata della partita specialmente quando al centrocampo manca una mente pensante. Ne fanno testa i continui scivoloni a cui la squadra è andata incontro nell’ultimo periodo e, in modo particolare, nel corso della gara giocata e pareggiata contro il Monopoli. A parte i legni colpiti, le ingenuità difensive, questo tipo di gare soprattutto quando si è in vantaggio, devono essere, dal punto di vista tattico-tecnico, lette in modo appropriato e non com’è stato fatto anzi non fatto, da Pasquale Padalino. E’ tempo quindi di fare un approfondito esame della situazione non solo da parte del tecnico, ma anche dall’ intero gruppo dirigenziale. Non nascondiamoci sempre dietro la cosiddetta foglia di fico: per raggiungere l’obbiettivo prefissato, è necessario intervenire sul mercato a partire proprio dal portiere. Lo si deve soprattutto ai numerosissimi tifosi giallo –rossi ( in foto) , i cui primi segnali di malcontento (silenzio assoluto per diversi minuti) si sono avvertiti in modo particolare durante il primo tempo. Dopo 5 anni di inferno, i tanti sostenitori chiedono a gran voce di rientrare nel calcio che conta e dove, per tanti anni, hanno dimostrato di poterci stare e bene.
E, come sempre, riportiamo le riflessioni dei nostri amici e colleghi.
Umberto Verri
“ Il Lecce, formato babbo-natale, ha regalato un pareggio storico al Monopoli di mister Zanin. Il derby è finito 3-3, dopo una girandola di gol e di emozioni senza fine. Indescrivibili, però, sono state le azioni che hanno portato il Monopoli a segnare tre gol ad un Lecce che, oltre ad essere stato sciupone, ha avuto dalla sua anche una notevole dose di sfortuna: ha difatti colpito due pali (sul 3-2) che avrebbero potuto segnare un solco invalicabile tra il Lecce ed il Monopoli. Invece, poiché il pallone è rotondo, il Lecce, ancora una volta (la quarta), ha chiuso una gara interna sul risultato di parità. E tale risultato, per una squadra che vuole conquistare la promozione in B, è un handicap di notevole importanza. Naturalmente, il pareggio ha allontanato di due punti il Lecce dalla vetta, ora occupata in maniera solitaria dal Matera, vittorioso sul Taranto per 2-0. Un po’ tutti, prima del derby, avrebbero scommesso sull’ulteriore cammino a braccetto, in cima alla graduatoria, tra il Lecce ed il Matera. Invece, soltanto la squadra di Auteri sta rispettando una tabella di marcia che, a lungo andare, potrà condurla direttamente in serie B. D’altronde, un Lecce ballerino, come quello visto da circa un mese a questa parte, sta evidenziando molte difficoltà a mantenere il ritmo della capolista Matera. E ciò per una serie di motivi: il principale per la mancata stabilità tecnico-tattica, evidenziata dai continui cambi in formazione, sintomo di incertezza decisionale da parte del tecnico Padalino. E non ci dilunghiamo oltre, visto e considerato che abbiamo parlato altre volte delle “pecche” del reparto difensivo (contro il Monopoli, assolutamente insufficiente), dello scarso rendimento del centrocampo e delle difficoltà che continuamente incontra il reparto offensivo dove il solo Caturano si sta guadagnando la pagnotta sfruttando al massimo le poche palle che gli vengono servite. Insomma, il Lecce di questi ultimi tempi sta camminando quasi come i gamberi. E ciò non sta piacendo affatto ai suoi affezionati tifosi”.
Giuseppe Leo
“Un pari interno debordante.
Impattare una partita casalinga sulla divisione della posta, normalmente può far parte della routine calcistica e dei fattori imprevedibili che in essa albergano. Quando però la situazione avversa scaturisce da azioni già vissute, ripetute e subite, la ferita fa più male non solo e non tanto per il risultato, ma anche per l’incapacità tecnico – tattica di provvedere a mettere una pezza in tempo debito”.
Vittorio Renna
“ Se si dovesse sintetizzare in una sola parola la partita con il Monopoli questa sarebbe ….SCONCERTANTE !!!. Una squadra che dovrebbe (?) vincere il campionato non riesce a battere il Monopoli che pur dimostratosi in buone condizioni non può certamente reggere il confronto con la squadra leccese. La gara inizia con le ormai inevitabili e consuete ….sorprese; Arrigoni (in tre anni a Cosenza sempre presente e giocatore-regista insostituibile), Torromino e Lepore in panchina! Il primo tiro in porta dei giallorossi arriva dopo trenta minuti (la settimana scorsa il Matera dopo quindici minuti vinceva 3-0) e grazie a una fortunata deviazione di un difensore il tiro di Tsonev s’insacca e Lecce in vantaggio. Da quel momento si pensa che la partita sia in discesa e, invece, il Monopoli dopo soli otto minuti pareggia e dopo altri quattro si porta addirittura in vantaggio. Se non siamo alle comiche ci siamo molto vicini. Così si chiude il primo tempo. Alla ripresa del gioco il bravo Mancosu (lo ritengo sempre il giocatore migliore della squadra) raggiunge il pareggio. E un risultato che non può accontentare il Lecce che spinge con più convinzione e dopo otto minuti su un perfetto cross di Pacilli il bomber Caturano riporta in vantaggio il Lecce. Ora si tratta o di cercare il quarto gol ovvero di gestire l’esiguo vantaggio; non riesce a fare nessuna delle due cose e ne approfitta il Monopoli (chi ha detto che si è difeso ad oltranza?) che a dieci minuti dalla fine con Gatto si porta sul definitivo e meritato 3-3. Tutto ciò e lo ripeto è soltanto SCONCERTANTE. Oltre alle solite e ben conosciute lacune, contro il Monopoli, se ne vedono altre. Una spaventosa e preoccupante leggerezza difensiva con in più un portiere non da squadra che mira a un traguardo importante. Il centrocampo, orfano di Arrigoni, che non fa nessun filtro e non appoggia l’azione offensiva, il Lepore per la seconda volta di seguito sulla corsia sinistra dove non ha mai giocato in vita sua, un Doumbia che inspiegabilmente viene sostituito (era stato fino a quel momento, il migliore della squadra) sostituzioni che vengono fatte all’82’ e 88′ (ad Andria erano state fatte all’81’, 82′ e 86′), quindi questa è un’abitudine ormai. In conclusione si può dire che si nota molta confusione in panchina e di questo passo non so quante partite altre durerà il sogno della promozione. Speriamo che ad Agrigento, giovedì prossimo, le cose possano cambiare ….. ormai si vive non più di certezze (come a Matera) ma soltanto di …..SPERANZE”.
Mimmo De Gregorio
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