Il difensore centrale in forza al Real Finale si racconta. Dalla Serie D ai momenti difficili, fino alla rinascita in Sicilia. Col sogno del Messina da raggiungere
La passione per il calcio e tanta pazienza che lo hanno portato in giro per l’Italia. Andrea Pica, classe ’90, professione difensore, ha iniziato sin da subito a dare calci ad un pallone, facendo numerosi sacrifici che spesso lo hanno portato a sacrificare la propria vita, gli studi. Il tutto, per portare avanti un sogno. La prima parte di carriera tra Serie D ed Eccellenza, con “il sogno di poter arrivare ancora più in alto. Sogno perseguito fin da piccolo, perché il calcio per me è una cosa importante, mi rende felice – sostiene Pica. Vorrei dire ai ragazzi di oggi di prendere sul serio il calcio, infatti io all’età di 15 anni già ho cominciato ad uscire fuori dal mio paese per girare vari posti e fare esperienze. Il calcio si fa con passione, voglia, amore, sacrificio e cuore. Se metti tutte queste cose negli allenamenti, puoi arrivare lontano”.
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Una carriera lontano da casa, in giro tra Basilicata, Calabria, Friuli (ad Udine), Abruzzo, Campania e infine Sicilia, in provincia di Palermo, “dove sto da qualche anno – conferma – e dove penso di fermarmi perché sono stato accolto da una seconda famiglia”.
Momenti semplici, altri meno, Pica non dimentica chi gli è stato vicino nelle situazioni della vita, come il suo presidente, Nino Vitale e il dirigente, Federico Ranieri, ma anche chi ha condiviso gli affetti della vita quotidiana, come Vanessa, la sua instancabile fidanzata, “giorno dopo giorno lei mi è stata sempre vicina, mentre i miei dirigenti mi hanno dato una grande fiducia e al tempo stesso una grande responsabilità. Ora sono il capitano della squadra”.
Un premio all’orizzonte, una riconoscenza importante nel panorama del calcio dilettantistico nazionale, che lo vede tra i candidati per la seconda stagione di seguito e il chiaro ringraziamento a chi, da qualche tempo, segue da vicino le gesta calcistiche di Pica, come i suoi due nuovi procuratori, Leo Gentile e l’apricenese Antonio Pace. “Ho conosciuto Pace e Gentile quest’anno e siamo diventati amici. Gentile ha un’agenzia e insieme hanno cominciato a seguirmi, sono stato molto vicino al firmare per l’ACR Messina, ma per varie questioni ho preferito rimandare questo trasferimento. Ho l’obiettivo di puntare alla Serie D e, chissà, alla Lega Pro. Per farlo, però, ho bisogno di giocare con continuità quest’anno e ho sposato il progetto del Real Finale, in Promozione siciliana. Voglio contribuire a salire con questa squadra, poi puntare ad altri livelli per la mia carriera”.
Parole importanti per il talento di Pica, difensore centrale possente, arrivano anche dai suoi procuratori, Antonio Pace di Apricena e il salentino, Leo Gentile. A scoprirlo fu Paceche poi lo presentò al collega e, insieme, decisero di seguirlo e puntare su di lui. “Ho un’agenzia – conferma Gentile – conosciuta nel mondo del calcio, anche per il torneo della Grecia Salentina che ha cadenza annuale, ogni inizio estate. È una vetrina per i giovani talenti ed è un bel bigliettino da visita per la mia agenzia. Andrea ci piacque subito e decidemmo di seguirlo per portarlo in alto”.
“Appena lo conoscemmo – chiude Pace – capimmo subito che su questo ragazzo potevamo puntare. Oltre ad avere buona confidenza con il pallone ha anche sale in zucca e onestà, altri fattori che nel calcio contano molto. Spesso in ambito dilettantistico questi ragazzi vengono abbandonati a se stessi ma si sbaglia, perché a volte molti dal dilettantismo possono affacciarsi al professionismo e Andrea ha buone possibilità. Quella di Pica è una scommessa anche per me che sono un giovane osservatore e spesso sottovalutato semplicemente per la giovane età. Ma non è detto che i giovani come me non possano fare qualcosa di buono in questo mondo”.
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