Partita chiaramente non brillante dal punto di vista del gioco, ma certamente ricca di episodi che hanno condizionato la gara e, infine, hanno deciso il risultato della stessa. Anche in questa occasione non sono mancati alcuni cambiamenti (ormai fissi e consolidati) nella formazione base. Ci si augura che almeno nelle ultime tredici partite (si può dire che siamo sul vialone di arrivo) il mister Padalino schieri, se possibile, sempre una formazione base. Per il gioco non possiamo più pretendere niente considerando che anche in serie A sono poche le squadre che lasciano vedere qualcosa d’interessante. Il Lecce si è trovato di fronte un Siracusa che è ritornato a Lecce dopo un’assenza di ben 41 anni e che per l’ottava volta (su venticinque) ha giocato allo stadio del Via del Mare dove ha perduto tutte e otto le partite giocate. La squadra siciliana (tra campo e panchina aveva ben dodici giocatori nati dopo il 1990) ha disputato una buona partita dimostrandosi molto “sfrontato” e deciso a ottenere un risultato positivo. Forse giustamente l’allenatore dei siciliani, Sottil, in sala stampa, molto arrabbiato, ha insistito che la sconfitta è stata immeritata e che la sua squadra avrebbe almeno meritato il pareggio; non ci sentiamo di dargli torto. La partita, comunque, malgrado tutto, è stata piacevole e, come abbiamo già detto, sono stati gli episodi a determinare il risultato finale. Il rigore concesso al Lecce al 38’ (realizzato al 41’) dalla tribuna non è apparso, al momento, molto chiaro, ma l’arbitro era molto vicino all’azione e poi le immagini televisive hanno chiarito tutto. Prima della trasformazione del penalty c’è stato l’ingenuo comportamento di Doumbia (ieri 100esima presenza in campionato più 8 play-off e 12 partite di Coppa Italia) che ha rischiato seriamente di lasciare la squadra in dieci; gli è andata veramente bene in quanto né l’arbitro e nemmeno il suo assistente avevano visto qualcosa. Anche sul rigore concesso al Siracusa mister Padalino ha dato la sua versione dicendo che non c’era stato nessun fallo. Per fortuna il bravo Perucchini ha salvato il risultato che vede vincenti i giallorossi solo grazie a un rigore e a una clamorosa autorete. La prestazione del Lecce di oggi non si è discordata molto da quelle delle precedenti partite (tutte). Ci sono alcune cose che ormai non ci può illudere che possano cambiare. I tre difensori esterni (Agostinone, Ciancio e Vitofrancesco) fanno diciamo il ……minimo sindacale e quasi mai si vedono proiettarsi in avanti per cercare di tentare il cross per il sempre più isolato Caturano. Il centro campo ha trovato un buon elemento in Costa Ferreira il quale, però, costretto a giocare più sull’esterno, non può dare quel contributo che potrebbe dare se giocasse al centro alle spalle di Caturano anche perché il suo ruolo è stato quasi sempre quello del trequartista. Gli esterni d’attacco (Pacilli e Doumbia) giocano molto lontano dall’area di rigore e solo poche volte si accentrano. Malgrado questo, la squadra ha saputo creare qualche (poche per la verità) occasione da gol. Si deve riconoscere che anche il Siracusa ha fatto la sua parte portando, specialmente nei primi minuti, qualche serio pericolo alla porta di Perucchini.
E’ arrivata, così, per il Lecce, la quindicesima vittoria e grazie al rinato (?) Taranto. Al momento è in testa aspettando la partita del Matera. Si dice spesso che i campionati si decidono in primavera, ma in questo finale di campionato, possiamo esserne certi, che la squadra che taglierà per prima il traguardo si avrà soltanto all’ultimo minuto dell’ultima partita e se non proprio con la classifica avulsa. Vedremo come andrà a finire, di certo le tre squadre (al momento escludiamo la Juve Stabia) non ci faranno annoiare.
Vittorio Renna
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