La risposta del Foggia alla direzione di gara del sig. Marinelli di Tivoli, nella gara contro il Benevento e al referto che è sfociato in una ammenda di 10000 euro da parte del Giusice Sportivo e alla squalifica di 3 giornate per il calciatore Gerbo.
La Lettera del presidente Fares.
Egregio Sig. Presidente,
le vicende relative al recente match di campionato disputato tra Foggia e Benevento impongono, per la loro gravità, più di una riflessione, che mi sento di condividere con lei, in modo quanto più possibile sereno ed obiettivo, a distanza di trentasei ore dagli eventi.
Le evidenti “disfunzioni” evidenziatesi sia a livello ambientale che prettamente tecnico-sportivo, sono imputabili alla condotta e alle omissioni dell’arbitro designato, sig. Marinelli di Tivoli.
Questi i fatti.
Nel corso di tutto il primo tempo di gioco, i tifosi ospiti hanno letteralmente bombardato con petardi e fumogeni (ne sono stati lanciati oltre una decina!) i nostri tifosi del settore Curva Nord, i quali hanno risposto con il lancio (di “rimessa”) di un solo fumogeno: in altri termini i nostri tifosi hanno rimandato indietro un fumogeno di provenienza benevantana! Del che è testimone certamente attendibile il telecronista di DAZN, il quale, nel corso della telecronaca, non ha mancato di evidenziare e sottolineare la condotta sopra denunciata, stigmatizzando la violenza gratuita, oltre che pericolosa e provocatoria, dei tifosi ospiti
Il primo tempo di gioco, come noto, si è concluso con l’espulsione del nostro tesserato Alberto Gerbo, il quale, dopo aver subìto un evidentissimo fallo in area di rigore avversaria, è stato sanzionato con il cartellino rosso per un mero gesto di reazione (calcio “tentato”) nei confronti dell’avversario che lo aveva sculacciato in maniera evidentemente provocatoria mentre era in terra.
Le immagini televisive hanno chiarito che la reazione non ha danneggiato e, forse, neanche raggiunto, il giocatore del Benevento. Con il nostro tesserato, sono stati espulsi anche altri tre tesserati della panchina aggiuntiva, per il sol fatto che si trovavano in piedi a bordo campo in quel momento particolare.
Al termine del primo tempo, nella zona antistante gli spogliatoi, alla presenza delle Forze dell’Ordine, dei rappresentanti della Procura Federale e del Suo delegato, sopraggiungevo allorquando il sig. Marinelli, rispondendo a pacate e legittime richieste di chiarimenti provenienti da nostri tesserati autorizzati, proferiva le seguenti frasi: “Sono io che decido” “Qui comando io” “sbatto fuori chi voglio io, anche tutti quanti, uno ad uno” “Sospendo la partita quando voglio io” e “Quell’episodio (fallo su Gerbo) non è e non sarà mai rigore, lo so io”, prima di chiudere (sbattendo) la porta in faccia a tutti i presenti.
Attesa l’uscita dell’arbitro, il sottoscritto si limitava a stigmatizzare la condotta poco urbana, provocatoria e ineducata dello stesso, oltre che la saccenza delle sue affermazioni, il tutto in modo assolutamente lecito e garbato, senza mai fare riferimento alcuno all’episodio del fallo su Gerbo.
Mentre le dita scorrono sulla tastiera, mi sovviene un dubbio: ma si tratta forse dello stesso sig. Marinelli di Tivoli che nella stagione sportiva 2015-2016 di Lega Pro, concesse un calcio di rigore contro il Foggia, nella partita casalinga contro il Benevento, decisiva per la promozione in serie B, per un fallo dello stesso Gerbo(sic), commesso ai danni di un giocatore del Benevento, un metro oltre la linea che delimita l’area di rigore?
Ma nessuno, me compreso, può e vuol credere a complotti di nessun genere ai danni di una società calcistica, come il Foggia Calcio, che si distingue per la correttezza e la goliardia dei suoi numerosi e pacifici tifosi, sia in casa che in trasferta.
Ai complotti no, ma all’evidente incompetenzadimostrata dal sig. Marinelli, aggravata dalla sua maleducazione e supponenza, per i numerosi errori commessi nel corso di un arbitraggio pessimo (ex plurimis “la caccia all’uomo” di Caldirola nei confronti di Chiaretti, consentita dall’arbitro), a quella sì!
L’esasperazione di dodicimila tifosi rossoneri, priva della benchè minima reazione (fortunatamente!),costituisce la conseguenza e la sintesi della pessima, a dir poco, prestazione del direttore di gara, il quale ha dato mostra delle peggiori qualità umane e sportive possibili, indegne di un arbitro professionista, meritevole soltanto della mia, e della società che rappresento, totale e profonda disistima.
I fatti sopra riportati sono, infine, del tutto incompatibili ed in netto ed evidente contrasto, con il referto del direttore di gara, che si palesa, pertanto, inveritiero, inattendibile e, per dirla tutta, oltre modo immaginario.
Le immagini televisive hanno chiarito in modo definitivo che il tesserato Gerbo non ha colpito (al limite lo ha sfiorato) il giocatore avversario, reo di averlo provocato con una “sculacciata”, senza essere peraltrosanzionato neanche con l’ammonizione.
A tutto ciò si aggiunga il comportamento del quarto uomo, il quale durante lo svolgimento della gara si è preoccupato unicamente di fissare lo sguardo sulla panchina del Foggia piuttosto che sul campo di gioco.
In ultimo, ma non di minore importanza, voglio evidenziare che il referto scritto dai delegati della Procura Federale presenti, è discordante dalla realtà, inattendibile e, a dire il vero, totalmente immaginario, avendo sanzionato le due società in egual misura per le intemperanze dei propri tifosi. A tal proposito preciso che il sottoscritto alla fine del primo tempo si eragarbatamente lamentato con gli addetti della Procura Federale evidenziando il comportamento assolutamente scorretto e provocatorio dei tifosi ospiti in danno dei nostri tifosi e chiedendo addirittura la sospensione della partita, temendo reazioni gravi che fortunatamente non si sono verificate. I rappresentanti della procura, peraltro, alla presenza delle forze dell’ordine, in quella circostanza avevano condiviso e confermato le mie preoccupazioni per il comportamento assolutamente ostile dei tifosi ospiti, salvo poi stilare l’assurdo referto a tutti ormai noto.
Sono certo, conoscendo la sua sagacia e intelligenza, che non potrà in alcun modo equivocare il senso della presente, il cui intento è solo ed esclusivamente quello di ribadire la fiducia del sottoscritto e della società che rappresenta, nelle istituzioni sportive in senso lato, auspicando che gli esiti della competizione sportiva che ci vede impegnati con enormi sacrifici, siano determinati esclusivamente dal campo di gioco, preferibilmente con l’ausilio e la vigilanza di soggetti competenti, preparati e di specchiata onestà e moralità.
Con la stima di sempre
Lucio Adolfo Fares
Presidente Foggia Calcio