Non è un calcio per dilettanti

Non è un calcio per dilettanti

Non è un calcio per dilettanti. Anche senza il crisma dell’ufficialità, si può dire con relativa certezza che la stagione dilettantistica 2020-2021 è compromessa.
Il d.p.c.m. del 2 Marzo 2021, che entrerà in vigore Sabato 6 Marzo, ha mantenuto la suddivisione del territorio italiano nelle fasce bianche, gialle, arancione o rosse.

Nessuna novità rispetto al decreto legge di gennaio: gli sport di squadra e -segnatamente- il calcio dilettantistico potranno essere praticati esclusivamente se di interesse nazionale.
Le altre competizioni regionali e provinciali, così come le attività di base, potranno, invece, riprendere esclusivamente nelle zone bianche. Il punto è che, ad oggi, soltanto la Sardegna ha numeri da zona bianca.
E per le altre aree? L’art. 17 del D.p.c.m approvato ieri ha sancito lo stop all’attività di squadra nelle aree gialle fino al 6 di Aprile e, ovviamente, anche per le aree a rischio maggiore, come quelle rossa ed arancione.

E’ di tutta evidenza, quindi, che la ripresa del calcio dilettantistico pugliese è rimandata almeno al 6 Aprile 2021. Sembra il definitivo colpo di grazia per il nostro calcio.
Nel weekend è atteso il report dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. La sensazione è che, dati del contagio alla mano, non soltanto la situazione in Puglia (attualmente in area gialla) non migliorerà, ma la nostra regione potrebbe presto regredire in fascia arancione. L’area bianca, l’unica in cui si possono praticare sport di squadra, è quindi per la Puglia un’utopia.

Anche a voler credere nei miracoli, e cioè ad un insperato crollo dei contagi di qui al prossimo mese, è necessario parlarsi chiaro: di che stagione può parlarsi al 6 Aprile?
Va detto che l’Eccellenza e gli altri campionati regionali con collegamenti ai campionati di interesse nazionali, potrebbero riprendere al più presto, anche se non è dato sapere come e quando. A tal proposito, venerdì 5 marzo si terrà il Consiglio Federale, che si pronuncerà sul massimo campionato regionale. La sensazione è che la ripresa dell’Eccellenza sia dettata principalmente dalla necessità di conservare il meccanismo delle promozioni/retrocessioni dal Campionato di Serie D, torneo che-seppur a fatica- sta proseguendo.
Il campionato di Promozione Pugliese è fermo alla 4° giornata su un totale di 26 turni da disputare (il 6 Aprile sarebbe dovuta andare in scena la penultima gara della regular season); il torneo di Prima Categoria è fermo alla seconda giornata; la Seconda Categoria si è fermato dopo i primi 90′; in Terza Categoria le squadre hanno versato addirittura la somma di iscrizione, senza avere nemmeno il calendario degli incontri; ancora più variegato e complesso è il mondo del settore giovanile e scolastico.
Impossibile, quindi, recuperare l’intera stagione.
Possibile, ma al tempo stesso altamente complicato, disputare il solo girone di andata: al 6 aprile le squadre saranno ferme da 6 mesi, un’inerzia così lunga da rendere necessario un altrettanto lungo periodo di preparazione atletica, prima di pensare alla disputa di gare ufficiali. Gare ufficiali che non potrebbero aver luogo (a parere di chi scrive) prima della metà di maggio.
Difficile pensare a turni infrasettimanali ed al prolungamento della stagione nei mesi estivi: non va dimenticato che i calciatori, specie nelle categorie inferiori, non vivono delle loro “gesta sportive” , ma di altre attività lavorative incompatibili con gare infrasettimanali; non è da sottovalutare il fenomeno del lavoro stagionale estivo, specie in quelle località ad alto appannaggio turistico. In entrambi i casi il rischio è che le società iscritte ai campionati farebbero fatica a schierare le proprie squadre in campo per il “finale” di una stagione che può banalmente definirsi falsata. Sarebbe poi da testare l’effettiva disponibilità delle società a disputare campionati “monchi”, a fronte di quote di iscrizione versate per intero.

Non è il momento di pacche sulle spalle, come quelle date nelle scorse ore dai vertici del calcio italiano, ma di soluzioni concrete.

La soluzione preferibile sarebbe decretare ufficialmente la fine della stagione e garantire alle squadre iscritte ad una stagione mai iniziata, la partecipazione senza alcun costo ai campionati 2021-2022. Non va dimenticato che, seppur a fronte di costi di iscrizione ridotti, le società hanno dovuto investire tanto per adeguarsi a protocolli sanitari, poi superati a causa del blocco totale delle attività. Iscrizione gratuita; misure necessarie a fronteggiare il crollo delle sponsorizzazioni; ulteriori sostegni per il pagamento dei canoni di affitto di palestre, campi e strutture presso cui si svolge l’attività: il minimo per evitare il collasso di un sistema in cui lo sport ha una sì una ridotta componente economica, ma non per questo dal minor impatto sociale.
Fermarsi qui e ripartire a settembre, con la speranza che la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 abbia portato all’immunizzazione già una gran parte degli interessati.
La soluzione quindi è facile a dirsi, meno a realizzarsi. Per questo motivo, non lasciateci soli.

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