E’ un Sasà Sullo che cerca di andare in profondità nelle sue dichiarazioni, così come faceva in campo con i suoi passaggi illuminanti, quello che si presenta alla sua prima conferenza pre partita da allenatore del Messina, seppure in modalità remota, come richiede il momento storico legato ai protocolli ed alla tecnologia.
La settimana appena trascorsa ha consentito di mettere benzina nel motore di una squadra capace di cogliere la vittoria all’esordio: “Gli allenamenti sono andati bene, il risultato non dipende da quello che abbiamo fatto a Castellammare, ma ci ha lasciato cose buone in una partita equilibrata da non valutare in base al risultato, perché potevano vincere anche loro 3-2. Quello che ci ha lasciato dal punto di vista psicologico, lo vedremo solo domani”
Sullo poi si dedica al modulo: “L’aspetto tattico? Sono numeri che vanno presi per quello che sono perché è l’interpretazione che fa la differenza. E’ chiaro che un 4-4-2 con esterni come Russo è un modulo, ma è diverso se ci sono Russo e Simonetti o due come Simonetti. Cercherò di utilizzare di volta in volta i giocatori in base a quello che vorrò fare. Non dimentichiamoci che siamo partiti il 6 agosto da zero, senza alcun calciatore, il ds Argurio, in poco tempo, ha fatto un gran lavoro e non basta, perché manca ancora qualcosa che permetta a questi ragazzi di crescere ancora di più. Ho sentito alcune cose che mi hanno sorpreso dopo la vittoria della scorsa settimana, preciso che il nostro percorso è ancora lunghissimo, io ho fatto solo 25 partite da capo allenatore e devo dimostrare tanto, come la maggior parte di questi giocatori. Iniziare a parlare di obiettivi mi sembra fuori luogo, dobbiamo prepararci di settimana in settimana capendo l’avversario che avremo di fronte. Non fare i presuntuosi, tra l’altro, probabilmente, partiremo con tre trasferte e dobbiamo ancora capire chi siamo. A Castellammare ho detto che dobbiamo crescere molto, abbiamo fatto altri quattro allenamenti, qualcosa si è migliorata, in settimana sono arrivati giocatori nuovi. Spero che riusciamo ad allenarci al meglio, arrivino quei 2-3 elementi di spessore ed esperienza oltre a Milinkovic, i 24 giocatori diventino una squadra. Serve solo il lavoro”
Nessuna indicazione sulla formazione di domani: “Io la formazione la dò solo ai ragazzi all’ultimo momento. Posso dire che Sarzi Puttini,uscito per infortunio contro la Juve Stabia, è disponibile. A me in questo momento interessa che diventiamo squadra prima possibile e fare in modo che questi calciatori migliorino col passare del tempo, attraverso il lavoro di tutti e la voglia di mettersi in discussione per arrivare lontano. Io personalmente vorrei vincere tutte le partite, ho aspettative altissime su me stesso, ma so che non succederà e farò degli errori, ma non è un problema è uno stimolo sapere che se andrà male sarò io pagare per primo. Dico solo che questa squadra va aiutata a dare il 100%, anche mettendo a disposizione del Messina una casa dove potersi allenare e fare la prima partita in casa, in casa e non in trasferta. Perchè il Messina non è Sullo, i giocatori o i dirigenti, ma rappresenta la città nel calcio professionistici e pretendo che tutta la città si impegni per questo obiettivo comune.”
L’allenatore biancoscudato si sofferma sull’avversario : “La Paganese? Sono tanti anni che fa questa categoria, con una società che la conosce perfettamente e sanno cosa fare con obiettivi ben precisi. Stimo tantissimo il loro allenatore, anche se non lo conosco personalmente, ha fatto a lungo il secondo e caratterizza sempre a livello tecnico-tattico le sue squadre che mi sono sempre piaciute. Mi ci ritrovo perchè anche io ho fatto come lui, e posso fare alla Paganese solo complimenti considerando che, in un piccolo, centro hanno fatto tanti anni di C valorizzando dei giovani, poi quest’anno hanno preso anche giocatori esperti che daranno quel qualcosa in più. Questo è un campionato in cui Avellino, Bari, Catanzaro e Palermo sembrano a livello di budget e rosa superiori agli altri, ma poi le partite si giocano in campo e, per esempio, credo che l’Andria abbia costruito una bella squadra, ma ci sono altre piazze come Monopoli e Potenza che conoscono la categoria o la Turris con una buonissima squadra e attaccanti di buon livello o anche bisognerà vedere chi lavorerà sulle ali dell’entusiasmo, come Monterosi e Picerno.”
Sullo, poi, come è sua consuetudine, non si nasconde dietro perifrasi esponendosi sulla questione relativa alla disponibilità dello stadio di casa per la gara contro il Palermo del 4 settembre: “Questione stadio? Non penso che la squadra subisca l’assenza del pubblico o le polemiche sullo stadio, perché si viene da un anno di calcio finto senza pubblico e non credo che cambi l’assenza di spettatori sull’approccio alla partita. Ovviamente, l’impatto è sul piano logistico, perché ci dobbiamo sobbarcare una nuova trasferta. Ma io ne faccio un discorso filosofico, noi siamo il Messina, portiamo il nome della città e, se sbagliamo, paghiamo noi singolarmente e pretendiamo che tutti come noi vogliano raggiungere il risultato. Io penso che questa squadra abbia bisogno di aiuto da parte di tutti e, chi può, deve aiutare questa squadra. Magari tra cinque partite io non ci sarò più perché le ho perse tutte, ma anche l’altro allenatore dovrà essere aiutato perché c’è bisogno di aiutare il Messina. Tutti insieme”
Ad una domanda specifica su Adorante, Sullo chiarisce un altro aspetto del suo approccio al ruolo di allenatore: “La stampa può ovviamente parlare dei singoli calciatori come gli pare, io non mi soffermerò sulle prestazioni di ciascun ragazzo del gruppo. Adorante deve fare quello che devono fare tutti, migliorare, crescere e sfruttare questa possibilità che ha all’interno di un gruppo che sta crescendo e in una piazza nella quale gli attaccanti hanno sempre fatto bene, quindi, l’aria qui è buona per chi deve segnare. Non parlerò mai dei singoli, lui, adesso, è un 1/18 di questa squadra e dovrà dare il massimo insieme agli altri perché da solo nessuno conquista nulla.”
Infine, un accenno agli ultimi due arrivati in casa Messina: “I due difensori croati capiscono benissimo l’italiano, Celic lo parla pure ed è già un vantaggio. Solo il campo dirà poi a che punto sono da un punto di vista fisico, perché il rettangolo verde è ancora uno dei pochi posti in cui esiste la meritocrazia.”
Fonte:NotiziarioCalcio.com