La crisi economica nel calcio rende ancora più urgente lo sfruttamento dei settori giovanili. In Spagna invece il Barcellona è assediato dai debiti eppure ha trovato la forza di lanciare i baby Gavi e Pedri
Per i grandi club, con l’aria che tira soprattutto in Italia, non è facile investire sui giovani. Prendere da piccoli quelli giusti, tirarli su con buoni maestri, crederci, lanciarli e difenderli poi: è complicato. La questione riguarda scelte strategiche, convenienze economiche di breve periodo, statura e competenza dei dirigenti, visioni che tengano conto della storia e dell’appartenenza. Le interminabili ondate di precarietà, incertezza ed emergenza sono un virus che lavora sulle fondamenta e finisce col premiare la casualità delle scelte, spinte dall’improvvisazione. Il rischio di far crescere piccoli o grandi campioni che poi ti lasciano – pacificamente – a costo zero è aumentato. Il caso di Donnarumma, con l’addio al Milan, non è ancora spento; il…