Primo tempo opaco per i giallorossi, che vanno sotto – gol dell’ex Calabresi – e rimediano con Kumbulla. Nella ripresa i cambi fanno la differenza, chiudono Abraham e Shomurodov
Un primo tempo bruttissimo ed una ripresa spaccata in due dall’ingresso di Nicolò Zaniolo. La Roma supera il Lecce per 3-1 e si guadagna i quarti di finale di Coppa Italia, dove andrà a far visita all’Inter. Non è stato facile, però, perché a lungo il Lecce ha tenuto testa alla squadra di Mourinho, mettendole anche ansia, oltre che paura, non fosse altro per esser passato in vantaggio grazie all’ex Calabresi. Poi a tirare fuori la Roma dalle sabbie mobili ci ha pensato prima Kumbulla, poi un ottimo Abraham e infine Shomurodov. Anche se la partita l’ha cambiata soprattutto lui, Zaniolo, che ha giocato una ripresa di un’intensità e di una qualità pazzesca.
Giallorossi deludenti
—
Mourinho stavolta opta per il 4-3-3, con Veretout a fare la mezzala di inserimento e Oliveira a organizzare il gioco con Cristante. Baroni, invece, rinuncia a tanti titolari ma non a giocare. Ed infatti il Lecce parte meglio, giocando palla a terra e cercando sempre il dialogo sulla punta (Olivieri). Così dopo un tiraccio alle stelle di Veretout, i salentini prima sfiorano il gol (salvataggio miracoloso di Kumbulla proprio su Olivieri a botta sicura) e poi lo trovano (15’) con Calabresi, che sugli sviluppi di un calcio d’angolo fa secco di testa Rui Patricio. Per la Roma è una doccia gelida, anche perché di reazione, cattiveria e personalità neanche l’ombra. Tanto che a metà primo tempo arriva anche la prima contestazione della stagione (“Tirate fuori le palle”, il coro dei tifosi). Allora i giallorossi provano a scuotersi, più per inerzia che per costrutto. Gabriel dice di no a Felix, Perez spreca altissimo, poi al 40’ il pareggio: angolo di Oliveira, sponda di Abraham e colpo di testa decisivo di Kumbulla. Sembra l’inizio di un’altra partita, almeno a livello emozionale. Ed invece i giallorossi si rifermano subito, tanto che a farsi pericoloso dall’altra parte è Listkowski con un tiro da fuori di poco al lato.
Nico cambia marcia
—
Nella ripresa Mourinho corre ai ripari e butta dentro Vina al posto di un pessimo Maitland-Niles (si perde Calabresi sul gol, ma sbaglia anche tanti palloni), Zaniolo per Veretout e Mkhitaryan per Perez, tornando di fatto al 4-2-3-1. Baroni invece manda dentro Coda e Lucioni per Di Mariano e Dermaku. Si riparte così, con i nuovi subito in vetrina. Lucioni fa un disastro in uscita, con Zaniolo che ne approfitta, ma Gabriel devia sul palo il suo siluro da 20 metri. E’ questioni di minuti, però, perché a ribaltare i giochi ci pensa Abraham con un gran gol da limite, su velo dello stesso Zaniolo. A spaccare la partite in due è proprio lui, Nicolò, che crea scompiglio ogni qualvolta entra in possesso di palla. Tanto al 17’ da costringere Gargiulo al secondo giallo in tre minuti e conseguente rosso, oltre che chiamare in causa Gabriel un paio di volte da fuori. Poi Mkhitaryan spreca un gol a porta vuota su una bella ripartenza a campo aperto, ma si rifa subito dopo con un pallone con il contagiri per Shomurodov, che brucia Gendrey, sterza e insacca il 3-1. Finisce così, con la Roma che si prenota per San Siro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA