Striscioni contro Vlahovic e Digos sotto casa sua. Il suo barbiere: “Mi diceva che sognava il Real”
Soldi, striscioni, saluti. Se il calcio fosse un firmamento, parrebbe esistere una sorta di irresistibile attrazione gravitazionale che attira le stelle viola verso un buco (bianco)nero.
Nel 1990 la cessione di Roberto Baggio fu un caso nazionale, poi vennero i giorni di Bernardeschi (2017) e Chiesa (2020), con quello che per la Fiorentina significa perdere un talento a vantaggio della rivale più odiata, cioè la Juve. Insomma, dal grande Cervato (334 presenze in viola, prima di passare ai bianconeri nel 1959) a Vlahovic, astri e meteore hanno tracciato la rotta che porta da Firenze a Torino, portando in dote miliardi di lire (25 solo per Baggio) e milioni di euro.
Striscioni e social
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Se il denaro spiega quasi tutto, il retrogusto amaro che porta con sé fornisce una cornice per gli striscioni che ieri…