Taranto, la città dei due mari: una città fantastica, con attrazioni e monumenti splendidi, come il Ponte Girevole o il Castello Aragonese, e ancora, i musei e le piazze. Una città che, però, ogni giorno vive un dramma: svegliarsi e trovarsi accanto delle ciminiere che si innalzano nel cielo e lo inquinano, sputando fumi vari e togliendo la vita a molte persone. Una città che, in una sera di due anni fa, è scesa in strada con 20.000 voci ad urlare “Taranto libera“, contrapponendosi alla gente dei “piani alti” che si interessa solo al denaro e non alla salute dei cittadini.
Gli unici fumi che la città vorrebbe respirare si trovano in un impianto, circondato dai gradoni, che possono ospitare circa 12.000 persone, che ogni domenica si colorano di rossoblu, con alcune tinte arancioni, emanate dai fumogeni, che certamente non fanno bene, ma contengono la passione dei tarantini. Quest’impianto è lo stadio “Erasmo Iacovone“, praticamente una seconda casa per i tifosi ionici. Taranto è una delle piazze più importanti del sud e probabilmente anche di tutta Italia, soprattutto per quanto riguarda le leghe minori.
Una piazza che vive di calcio, ed è proprio il caso di dirlo. Infatti, i tarantini fanno parte dei pochi che sono riusciti a far segnare un numero maggiore di 7000 alla voce “spettatori”, nel campionato dilettantistico. In molti si sono espressi sui rossoblu: dai giocatori ai dirigenti avversari, fino ad arrivare a coloro a cui non interessa il calcio. C’è chi dice che il Taranto “merita palcoscenici migliori” e chi pensa che con il calcio non si risolvono i problemi di una città, e forse questo è vero.
Ma la gente che calca quei gradoni, ogni domenica, per 90 minuti resta al di fuori di ciò che succede all’esterno, al di fuori di ciò che li circonda e sicuramente nell’urlo per celebrare un gol, c’è l’urlo di 200.000 abitanti che vorrebbero che la situazione in cui si trovano finisse, una volta per tutte.
Il gioco del calcio come risposta, ad un’industria che uccide, ma con una squadra nel cuore che mantiene vivi.
Alessandro Mazzarino per calciowebdilettanti.it
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