Reggina-Foggia 1-1

Reggina-Foggia 1-1

Ancora Foggia a due facce. Pareggio 1-1 contro una Reggina non irresistibile. Sicurella illude in apertura, poi rossoneri raggiunti per l’ennesima volta.

Un pareggio, ancora uno, per il Foggia. L’1-1 in casa della Reggina lascia l’amaro in bocca per due motivi, principalmente. Il primo è il modo in cui i rossoneri hanno comandato nella prima mezzora. Il secondo è la differenza abissale tra le due squadre.

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Ma il Foggia ha due facce, come nelle ultime uscite e domina la prima mezzora andando in gol con Sicurella, all’esordio dal primo minuto in campionato, dopo due belle partite in coppa (fuori ruolo). Prima del gol azione di Chiricò e Maza, con tiri fuori, poi dopo la rete ancora una possibilità sprecata da Sarno. Dopo i primi 30 minuti i rossoneri abbassano i ritmi e la Reggina ci prova con Knudsen (tiro alto) e con Bianchimano (entrato al posto di Coralli), ma l’attaccante amaranto è anticipato in extremis da Martinelli prima di riuscire ad intervenire. Sarno ha l’opportunità per colpire, ma calcia incredibilmente al lato con il piede non preferito. Poi blackout del Foggia. Palla persa a centrocampo, Bangu lancia Porcino in profondità, Angelo anticipa l’attaccante reggino e deposita, involontariamente, la palla nella propria rete. Il gol del pareggio calabrese chiude la prima frazione di gioco.

Nella ripresa il Foggia attacca, anche molto, ma non riesce a pungere confermando le difficoltà in fase realizzativa manifestate in precedenza. Sbagliano i due terzini Rubin e Angelo, con un tiro dalla distanza e un inserimento – ma il risultato è lo stesso (palla fuori); sbaglia due reti Chiricò, che colpisce anche una traversa; sbaglia un colpo di testa Martinelli su cross d’angolo. Poi il finale non è quello aggressivo che molti si aspetterebbero in una situazione simile. Riverola, entrato al posto di Sicurella, calcia addosso al portiere avversario da ottima posizione, poi il direttore di gara sancisce la fine della gara. Termina 1-1. Per vincere il campionato serve altro, non solo il mercato.

Fabio Lattuchella

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