Anche il calcio in Italia è diventato argomento spinoso. Per la verità lo è sempre stato, ma oggi la rivalità che un tempo si limitava ad un semplice sfottò, si tramuta in pochi attimi in rissa, non solo verbale. Non parliamo poi del comportamento degli atleti in campo. Per fortuna, nello scenario generale, vi sono isole felici dove il calcio, lontano da pressioni, stress e soprattutto telecamere, sa ancora offrire sano agonismo e piacere di fare sport. Una di queste isole felici si chiama Bitritto. Per conoscere maggiormente questa bella realtà locale, ho chiesto lumi all’avvocato Marco Milano, giovanissimo direttore sportivo della Virtus Bitritto, il più giovane di tutta la Puglia.
Come ti ritrovi a fare il DS di una squadra di calcio?
«Per la precisione questa a Bitritto è la mia prima esperienza come direttore sportivo. Prima sono stato dirigente a Corato e ancor prima a Bitonto. Questo mio incarico è il coronamento di una grande passione che ho sempre avuto, sin da piccolo, verso il calcio cosiddetto minore. Ho sempre seguito le vicende calcistiche delle squadre militanti nei campionati inferiori. Io poi, a differenza di altri miei colleghi che rivestono questo ruolo, dopo la laurea in giurisprudenza ho seguito un corso di diritto sportivo e poi ancora un corso di management delle società sportive indetto dal Coni».
E ti sei poi trovato a Bitritto…
«Sì, diciamo che avevo alcune proposte tra le quali scegliere, dopo il buon lavoro svolto a Corato lo scorso anno. Quella del Bitritto mi è sembrata la più convincente oltre che la più ambiziosa. Il presidente, Vito Viesti, che da nove anni tiene in mano la società dopo averla presa dalla Terza Categoria, tiene molto a questa squadra ed ha tutte le intenzioni di rilanciarne le sorti calcistiche».
Parliamo della squadra, la Virtus Bitritto. Per la seconda volta nella sua storia in Promozione.
«È una bella realtà, una piazza tranquilla ed una società seria e sana, guidata da un allenatore con grande esperienza e carisma, Ciccio Mongelli. La squadra è formata da tantissimi giovani, molti dei quali nati tra il ’94 e il ’95 (gli under di questa annata), e da qualche giocatore di esperienza, come ad esempio il capitano Vito Silvestri, bitrittese di 31 anni, bandiera dell’undici biancoverde».
Quali gli obiettivi di quest’anno?
«La squadra è partita molto bene, nonostante i foschi presagi di molti sul destino della Virtus in questo campionato. Stiamo smentendo tutti e adesso ci guardano non solo con rispetto, ma anche con timore, dati i risultati positivi che stiamo ottenendo. Noi, comunque, teniamo i piedi per terra e puntiamo ad una salvezza tranquilla, da raggiungere il più in fretta possibile».
Hai accennato ai giovani under che militano in squadra. Da dove li hai pescati?
«Molti provengono da squadre di Eccellenza (Mola, Corato, Quartieri Uniti Bari). Altri sono alla loro prima esperienza, provenendo dal settore giovanile. C’è poi anche un giovanissimo che proviene dall’Andria Bat, che milita in Lega Pro».
Quest’anno siete costretti a giocare le partite casalinghe “fuori casa” a Bitetto, per via del rifacimento del manto erboso del campo “Gaetano Scirea” di Bitritto. Come l’hanno presa i vostri tifosi?
«Ci seguono comunque. La nostra società ha deciso di far entrare gratuitamente il pubblico allo stadio, e ciò ci consente di poter ospitare la domenica sulle tribune anche famiglie, donne e bambini. Quando torneremo a giocare Bitritto, sicuramente riempiremo lo stadio con tutti i nostri affezionati tifosi».
Sei tra i più giovani direttori sportivi della nostra regione. Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questo impegno?
«Secondo me è un ruolo molto bello ed affascinante, ma allo stesso tempo è pieno di responsabilità e di difficoltà, legate soprattutto ai risultati conseguiti dalla squadra: se le cose vanno male, il DS è tra le prime figure a farne le spese».
La Virtus Bitritto è una tra le squadre che incute più simpatia, soprattutto per la sportività dei suoi tesserati. Secondo te si può dire altrettanto di altre squadre che si cimentano in questi campionati?
«Ci sono delle bellissime realtà in tutta la regione, oltre alla nostra. Certo, anche in questi campionati accadono alcune domeniche fatti spiacevoli, legati al troppo agonismo di calciatori e dirigenti. Noi pensiamo a noi stessi e a fare bene, sia a livello sportivo che a livello di educazione allo sport e ai suoi valori»
Andrea Alessandrino
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