Dopo qualche giorno, la dirigenza della Nuova Lucera Calcio ha rotto il silenzio per comunicare che farà di tutto per concludere il campionato di Promozione. Domenica 5 maggio, come è noto, i biancocelesti non si sono presentati a Noicattaro, incorrendo nella sconfitta a tavolino, corredata di sanzione pecuniaria (700 euro) e penalizzazione di un punto in classifica. Mai, nella locale storia calcistica, si era verificata una circostanza del genere, a seguito dell’ammutinamento dei giocatori.
La Società scrive anche che quanto spetta alla squadra sarà regolarmente versato e che “non cederà a nessun tipo di ricatto e dopo l’episodio di domenica adotterà i dovuti provvedimenti”.
Ignoriamo quali siano questi ricatti, a cui si accenna nel comunicato stampa, così come, al momento, non sappiamo quando verranno corrisposte le somme dovute ai ragazzi e se questa evenienza verrà considerata dalle parti come l’atto in grado di eliminare le contrapposizioni, al fine di concludere dignitosamente il torneo, evitando figuracce e la radiazione.
Quindi, la vicenda non perde i suoi contorni fumosi, anche se gli scioperanti hanno parlato chiaro, per l’eventuale ritorno in campo.
Tenendo bene a mente il principio che vuole infallibili solo coloro che non si cimentano in nulla, è evidente che le responsabilità di questa situazione ricadano quasi del tutto sulla Società che non ha potuto/saputo onorare gli impegni assunti quando ha allestito – e riallestito – la rosa, forse facendo troppo affidamento su risorse che, pensava, sarebbero arrivare in seguito, magari dal Comune, dalla raccolta pubblicitaria o dal coinvolgimento di nuovi soci, dalla lotteria o da chissà chi. Tutto in collisione perfetta con quell’idea di pianificazione che tanto era stata sbandierata.
Si dirà: le condizioni in cui è precipitato il sistema calcio, la crisi economica e, soprattutto, l’insensibilità dei cosiddetti imprenditori locali alle ragioni delle sport non permettono di poter immaginare programmi con felici prospettive. E’ vero; ma era vero anche mesi fa, quando, in conferenza stampa, sono state fatte dichiarazioni, tra l’altro con l’incalzante problema campo, che lasciavano intendere, per i colori biancocelesti, un ritorno a stagioni che, oggi, sono da considerare ormai perdute per sempre. Si sono create aspettative, per tutti, che non poggiavano, evidentemente, su basi certe. E i nodi sono giunti al pettine quando i ragazzi, conseguiti gli obiettivi prefissati, cioè la salvezza, con largo anticipo e dopo un’incredibile remuntada che ha destato stupore in tutta la regione e in tutti gli avversari, hanno chiesto che venisse onorata la parola data. Tutto normale, anche l’insistenza di vedersi rimborsate almeno le spese di viaggio, già anticipate. Un po’ meno normale il fatto che nessuno, quando l’irrigidimento della squadra era chiaro, alla vigilia della trasferta, non abbia compiuto quel gesto risolutorio e di buona volontà che distingue, in certe situazioni, le persone particolarmente determinate da quelle normali. Comandare/dirigere/organizzare comporta molti oneri prima degli onori; è, purtroppo, una questione di ruoli. Esattamente quello che si sostenne due anni fa nel commentare un altro, clamoroso naufragio.
Sul progetto Nuova Lucera Calcio si nota, a questo punto, un velo di scetticismo e delusione, così come appare – a parte qualcuno e i tifosi lo sanno – lontanissima l’Amministrazione comunale che in altre realtà non di rado è intervenuta a giocare una funzione di cerniera tra gli attori in campo e le forze produttive ed economiche.
Sugli spalti del Comunale, le bandiere del tifo sono ammainate; l’entusiasmo, che sembrava riguadagnasse posizioni, si è ingloriosamente dissolto. Se qualcuno, per ricominciare un percorso, conterà di poter dire parole, che queste, per favore, siano chiare.
Se non altro per non farci perdere tempo.
sundayradio.it
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