Cerignola alla finestra in attesa della serie D che potrebbe arrivare il prossimo 9 settembre quando presso l’Alta Corte ci sarà l’udienza relativa al ricorso presentato dai gialloblu contro la Figc e la Lnd per l’ammissione alla serie dilettantistica nazionale. Il 9 settembre, infatti, a partire dalle ore 16.30, sarà esaminato proprio il ricorso dell’Audace Cerignola che ricordiamo ha rinunciato al campionato di Eccellenza e punta tutto sulla D.
Una giornata importante per il pallone gialloblu: o sparisce definitivamente o si rilancia in grande stile con una società tutta nuova con importanti imprenditori del posto che ne farebbero parte. Imprenditori che sono già intervenuti per l’iscrizione alla D e alle spese per i vari ricorsi. Tra queste le aziende come Iposea, Castellano, Grieco e il Centro, che con il loro importante contributo hanno permesso l’iscrizione al campionato e potrebbero affiancarsi non solo come sponsor, ma anche nella gestione della nuova società per costruire una grande squadra. Insomma, il prossimo 9 settembre sarà una data cruciale per tutto. “La dirigenza dimissionaria merita rispetto ed attendibilità per quanto fatto negli ultimi anni – ha sempre rimarcato il sindaco Antonio Giannatempo – invito i tifosi a riannodare i rapporti umani e di tifo con i dirigenti uscenti e con quelli eventualmente in ingresso. Ho sentito diverse persone, chiedendo di pensare al futuro: dobbiamo augurarci il salto in D, programmando con garanzie di serietà e continuità“. E’ iniziato il conto alla rovescia: ora più che mai tutti sperano e si augurano di ritrovarsi a breve in serie D con una società nuova e con una base economica importante. Una base su cui gettare le fondamenta per fare bene e riportare il nome dell’Audace più in alto possibile. L’imprenditoria “importante” di Cerignola ha risposto presente nel momento decisivo ed è pronta a sposare la causa del calcio della città.
Ora come non mai serve il salto di categoria, per la gente di Ceirgnola, per i tifosi che non hanno mai lasciato sola la squadra nonostante la mancanza di sintonia sia con gli allenatori che con la società. Serve quella maledetta D, perchè il calcio non è solo passione, ma è una fede per una città che mobilita nella trasferte più importanti (Bitonto o Rieti) più di 5mila tifosi.
Antonio Villani – La Gazzetta del Mezzogiorno
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