Questa volta non ce l’abbiamo fatta. E’ dura dirlo, ma..questa volta il Poggio Imperiale, “u tarranov” se i concittadini preferiscono, non c’è. Ai nastri di partenza di questo campionato di Terza Categoria non sarà presente una squadra che, ultimi due anni a parte, è sempre stata avversario ostico e pressoché imbattibile nelle gare casalinghe.
Niente più gare la domenica mattina, né il pomeriggio, PER QUEST’ANNO. Non ci sarà più l’incontro delle 9,30 prima della gara; non ci saranno più le corse a chiudere i buchi della rete, non ci sarà più la corsa contro il tempo per cercare i ritardatari che non si svegliano o non si presentano in orario per le trasferte. Niente scambio di divise nello spogliatoio, distinte, riconoscimenti. Niente più partite, niente risate, niente divertimento. Divertimento, sì: perché alla fine di questo si trattava: il risultato non contava molto. Giusta rabbia quando si facevano figuracce, soprattutto nell’ultimo anno, ma nulla più. Non importa se prendevamo 5 gol o ne facevamo 3. Mancherà l’idea di aspettare al sabato il giorno della gara, mancheranno le protese per la formazione, mancherà il campo. Almeno personalmente.
Non c’è partitella tra amici o torneo di calcetto che tenga, che possa sostituire il campo di calcio, sabbioso, di terra o erba che sia.
Molti non comprenderanno ciò che dico, ma la “Terza” era qualcosa di più che una questione sportiva. Ero legato particolarmente a questa squadra, alla quale ho avuto il piacere di appartenere non solo come giocatore, ma anche come dirigente, segretario, un po’ di tutto insomma. Sembravano lontanissimi quei giorni in cui qualche anno fa dopo una breve inattività c’era un continuo andirivieni da-e a Foggia per iscrivere la squadra al campionato.
Ma questo non c’è più, e a titolo personale, voglio tirare le somme per quest’anno. Non ce l’abbiamo fatta.
Troppi i 2500 euro di partenza almeno che la FIGC ci chiedeva ogni anno per affrontare trasferte a volte di un massimo 20minuti di auto come Sannicandro, o ancor meno Lesina ed Apricena. 2500 di partenza, ai quali vanno da aggiungere costi per affrontare il campionato: trasferte, divise, palloni. E mi fermo allo stretto necessario. Troppi per un campionato che è e resta sempre un campionato AMATORIALE, l’ultimo livello calcistico, fatto per far divertire soprattutto i ragazzi e magari, perché no, TOGLIERLI dalla strada. Per lo meno pare che in Federazione se ne stiano accorgendo, visti i continui rinvii di scadenze d’iscrizione per la difficoltà a reperire squadre, e il ribasso del costo d’iscrizione della squadra
Nulla la partecipazione delle attività locali. Non è un’accusa la mia, anzi. La crisi si fa sentire per le attività medio-piccole e noi non ci siamo permessi di cercare in loro aiuto. Anche chi da anni ci ha aiutato senza doppio fine, ci tengo a sottolineare, sente la difficoltà del momento.
Ma soprattutto troppi i 1800 euro, esatto proprio così, necessari per giocare sul proprio campo. O meglio sul campo comunale, perché occhi alla mano purtroppo non sembrano coincidere le due cose.
Infine troppo l’astio di chi ha cercato di far passare in chi dirige la squadra la voglia di fare calcio. La morte della squadra non è una sconfitta del dirigente, del presidente, del vicepresidente. Purtroppo non ci si rende conto che la Terza purtroppo ti dà tanto solo in termini di divertimento e passione, ma non in denaro, anzi lì ti piega. Ma di questo non ci siamo lamentati. Ci dispiace per Leonardo, per Donato, per Antonio, giusto per citare qualcuno, insomma per tutti quei ragazzi che ci hanno pregato di affrontare un nuovo campionato. Noi ci abbiamo provato a farlo, ma non ci siamo riusciti.
Ci riproveremo in futuro, senz’altro.
Buona fortuna ragazzi!
L.G.
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