Una salvezza, per quanto sudata possa essere, vale quanto la vittoria di un campionato o di una coppa. Vale per gli uomini che ci hanno messo l’anima, per quelli che sacrificano affetti e famiglia solo per la causa, per quelli che la notte faticano a dormire dopo una partita andata storta. Ciò che ancora li spinge è una passione che non viene meno nonostante le mille difficoltà e nonostante la carta d’identità faccia sentire il suo peso. Passione, sacrificio e anima sono stati gli ingredienti che hanno accomuntato i protagonisti di questo campionato travagliato e quelli che ieri hanno firmato la salvezza con i loro goal.
Capitan Vincenzo Modesto: «Quello segnato oggi è un goal dall’odor di liberazione per me, dopo il mese di stop al quale sono stato costretto dall’infortunio. Ma è un goal con il quale, da bitontino, ho messo la firma nel match salvezza. Sinceramente non mi aspettavo una salvezza così complicata e sono molto amareggiato per questo. Amareggiato soprattutto per quanto è stato fatto da qualcuno per impedirci di salvarci. L’importante è esserci riusciti. Ora penserò a riposarmi, in futuro come sempre spero di essere ancora il capitano di questa squadra».
Nico Roselli: «I goal quest’anno sono stati solo tre, ma ciò che più conta è dare il massimo per la squadra. Non so cosa farò in futuro, ciò che mi ha spinto a giocare finora e che potrebbe spingermi a giocare ancora è la voglia di divertirmi come un ragazzino in campo e all’interno dello spogliatoio. Una piccola fetta la lascio anche all’alimentazione, che seppur non ferrea dà i suoi frutti».
Giuseppe Sangirardi: «Quando arrivi a giocare fino a una certa età, cerchi sempre di lasciare il segno in ogni gara. Non so cosa farò in futuro, però posso dire che per me Bitonto rappresenta un pezzo importante della mia carriera, e che mi sento parte integrante della storia di questa società».
Nando Terrone: «Undici goal sono importanti per uno che come me, che ad inizio stagione veniva considerato non adatto alla categoria. Potevo fare meglio, però non è stato possibile per molti fattori, tra cui determinati tatticismi. Certo festeggiare per una vittoria del campionato è tutt’altra storia, ma per come è stata raggiunta questa salvezza, credo valga quasi quanto un campionato».
Antonio Chisena: «Il goal segnato oggi (ieri per chi legge) assume un sapore bello e speciale. Questa a Bitonto è stata una nuova e bellissima esperienza, e per questo ci tenevo a chiudere in bellezza. Anche quando ho fatto panchina non ho mai espresso parere contrario, perché sono sempre stato abituato a rispettare le scelte degli allenatori».
Il direttore sportivo Francesco Morgese: «Questa è stata un’annata partita nel peggiore dei modi senza dubbio, ma fin dal primo giorno ero convinto che ci saremmo salvati. Avremmo dovuto festeggiare già in occasione della gara col Casarano, ma ce l’hanno impedito. Non siamo abituati a piangerci addosso e siamo ripartiti alla grande, e ce l’abbiamo fatta. Ora dovremo pensare al futuro di questa squadra, perché dopo un anno così, questa piazza merita una squadra che il prossimo anno debba almeno lottare per i playoff».
DANILO CAPPIELLO – BitontoLive
Lascia un commento