Era il 18 maggio 2014 e una punizione, allo scadere del secondo tempo regolamentare, di Andrea lo Bianco riempiva di gioia immensa e rigava di lacrime volti dei tifosi gialloblu per la vittoria, sofferta, contro il Polimnia nella finale Play-Off per salire dalla 1^ categoria alla Promozione. È passato esattamente un anno solare da quella data e a San Giorgio si gioisce nuovamente ma questa volta per una salvezza, altrettanto sofferta, giunta sul suono della sirena. Due motivi per gioire diametralmente opposti ma comunque gioia e contentezza. Il passaggio alla categoria superiore ha inorgoglito tutti, così come tutti si aspettavano un campionato magari non importante ma nemmeno di bassa classifica. L’obiettivo dichiarato ad inizio stagione è sempre stato: salvarsi prima possibile. Del resto una neo promossa se avesse dichiarato altro avrebbe sfiorato la presunzione. Le problematiche, purtroppo, sono state molteplici e variegate: decisioni societarie, scelte di mercato sia estivo che invernale, squalifiche, infortuni e in alcuni momenti scoramento e perdita di autostima. Tutto riassumibile con i tre allenatori che si sono succeduti in panchina: la bontà e la pacatezza; la grinta e la professionalità spinta (probabilmente di altra categoria) e infine l’esperienza di chi naviga a fari spenti. Insomma un mix di qui-pro-quo che ha quasi compromesso la permanenza in categoria. Oggi, fortunatamente e nonostante tutto, si gioisce ed è sicuramente la cosa principale a prescindere. I ragazzi nell’ultimo periodo, con la consapevolezza del rischio di retrocedere ma soprattutto con la voglia di riscattarsi e dimostrare il reale valore del gruppo sono riusciti ad alzare la testa e risalire la china. Si, il gruppo, il seme del risveglio dal quale sono germogliati i punti necessari per la salvezza; il gruppo, la forza di una squadra sul baratro della retrocessione che si è ritrovata a remare in un’unica direzione. Lo zoccolo duro ha resistito, ha suonato la carica: tocca solo a noi far vedere chi siamo e quanto valiamo. Un’iniezione vitale che al pari dei sacrifici, del sudore e del lavoro in generale ha pagato, come sempre del resto, così la salvezza è arrivata.
È tempo di pensare al prossimo campionato, si deve partire già da ora: pianificare e programmare la prossima stagione sulla base dell’esperienza acquisita in questo campionato, si deve partire con il piede giusto, con la giusta mentalità e con le idee chiare, non sarebbe giusto mettere in pericolo, ancora per un altro anno, le coronarie di quei pochi tifosi che seguono il Real. I tifosi, altro argomento delicato e controverso. Tutti chiedono della squadra, tutti vorrebbero le promozioni ma nessuno viene allo stadio anche da primi in classifica (vedi lo scorso campionato di 1^ Categoria), si promettono caroselli d’auto in caso di vittoria e poi deserto. Nemmeno una pacca sulla spalla da chi dovrebbe inorgoglirsi e gonfiare il petto per ciò che la squadra del suo paese ha conquistato. San Giorgio ha una tradizione calcistica che pochi paesi della provincia hanno e questa tradizione deve essere alimentata anno dopo anno perché non può perdersi nel nulla. È giusto che la società, il prossimo anno, riparta con i migliori propositi per soddisfare il palato della gente ma è giusto anche dare alla squadra una dimora consona. È giunto il momento di consentire al Real San Giorgio di giocare in una struttura che sia idonea allo sport, in una struttura che abbia la parvenza di uno stadio di calcio. Credo che la politica debba iniziare un percorso sereno e intelligente nei confronti di un bene sportivo come lo è il calcio a San Giorgio. La sola voce di un impianto adeguato attirerebbe collaboratori e partner nonché atleti che permetterebbero il salto di qualità, per ottenere si deve anche dare è il compromesso che muove la vita sociale.
È tempo di pensare al prossimo campionato, si deve partire già da ora: pianificare e programmare la prossima stagione sulla base dell’esperienza acquisita in questo campionato, si deve partire con il piede giusto, con la giusta mentalità e con le idee chiare, non sarebbe giusto mettere in pericolo, ancora per un altro anno, le coronarie di quei pochi tifosi che seguono il Real. I tifosi, altro argomento delicato e controverso. Tutti chiedono della squadra, tutti vorrebbero le promozioni ma nessuno viene allo stadio anche da primi in classifica (vedi lo scorso campionato di 1^ Categoria), si promettono caroselli d’auto in caso di vittoria e poi deserto. Nemmeno una pacca sulla spalla da chi dovrebbe inorgoglirsi e gonfiare il petto per ciò che la squadra del suo paese ha conquistato. San Giorgio ha una tradizione calcistica che pochi paesi della provincia hanno e questa tradizione deve essere alimentata anno dopo anno perché non può perdersi nel nulla. È giusto che la società, il prossimo anno, riparta con i migliori propositi per soddisfare il palato della gente ma è giusto anche dare alla squadra una dimora consona. È giunto il momento di consentire al Real San Giorgio di giocare in una struttura che sia idonea allo sport, in una struttura che abbia la parvenza di uno stadio di calcio. Credo che la politica debba iniziare un percorso sereno e intelligente nei confronti di un bene sportivo come lo è il calcio a San Giorgio. La sola voce di un impianto adeguato attirerebbe collaboratori e partner nonché atleti che permetterebbero il salto di qualità, per ottenere si deve anche dare è il compromesso che muove la vita sociale.
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