Calcio e settore giovanile, ma serve il procuratore sportivo?

Calcio e settore giovanile, ma serve il procuratore sportivo?

È la domanda che si pongono i genitori dei ragazzi che militano nelle categorie “Giovanissimi” e “Allievi” in società dilettanti

Una delle questioni attualmente più dibattute nel panorama giuridico sportivo è rappresentata dalle novità normative che hanno interessato la figura dell’agente di calciatore o procuratore sportivo e dalle possibili conseguenze che le stesse possano determinare sulla carriera dei giovani calciatori con l’ingresso nel cosiddetto “mondo dorato” di professionisti non competenti. Il sogno di tantissimi giovani calciatori è quello di poter diventare, un giorno, professionisti. Ovviamente la strada è tutta in salita. Tuttavia, riteniamo che affidarsi ad un professionista procuratore sportivo serio, competente ed esperto, capace di guidare e tutelare al meglio il calciatore, possa agevolarne il percorso di crescita, consentendogli di raggiungere i propri obiettivi.Alla luce anche delle ultime novità introdotte, una domanda, neanche troppo banale, costantemente ripetuta dai genitori dei ragazzi che militano nelle categorie “Giovanissimi” e “Allievi” in società dilettanti è: ma il procuratore sportivo serve oppure no? Iniziamo col dire che, se non vi è dubbio che quella del procuratore sportivo sia una necessità per un giocatore che fa già parte di una squadra professionista, non si può ritenere altrettanto per un giovane dilettante, a meno che i genitori dello stesso decidano di affidarsi ad un professionista serio, competente e professionale.

Partiamo, dunque, da un’analisi della figura di procuratore sportivo, chiarendo inizialmente in cosa consista tale lavoro nelle categorie “Giovanissimi” e “Allievi”. Nel caso di calciatori dilettanti, il procuratore sportivo deve monitorare tutti i campi del settore giovanile, da quelli più rinomati a quelli meno celebri e sotto i riflettori, alla ricerca di qualche buon elemento. È doverosa una prima considerazione: segnare gol o saper palleggiare non vuol dire, necessariamente, essere un giocatore di buon prospetto, in quanto molto spesso, soprattutto per l’approdo in una squadra professionista, tantissimi sono gli elementi da dover valutare, come, ad esempio, la possibile crescita, le caratteristiche fisiche, tecniche, mentali e comportamentali, nonché l’essere in grado di iniziare un percorso lontano da casa. Si tratta, dunque, di una serie di elementi, che vanno chiaramente al di là delle singole doti tecniche, in ogni caso fondamentali, ma che possono agevolare il ragazzo, permettendogli un salto di qualità rispetto ad un altro ragazzo di pari prospetto. Il procuratore entra in scena, quindi, nel momento in cui un buon elemento, con discreti margini e prospettive, può essere “portato” in una squadra professionista. Il procuratore serio e preparato contatterà probabilmente i genitori del ragazzo dopo o durante una partita, per presentarsi e fare presente che può essere possibile essere rappresentati da un professionista del settore. Rappresentati, in questo settore e fino al primo contratto, non vuol dire legarsi indissolubilmente a qualcuno, di scritto nella prassi non c’è nulla, quello che fa il procuratore è in sostanza un investimento sul ragazzo.

Attraverso la rete di conoscenze che il procuratore ha, ben diversa quindi da quella del genitore, è possibile entrare più facilmente in contatto con squadre professioniste, che molto spesso si rivolgono proprio a professionisti del settore per individuare, anno dopo anno, i migliori talenti presenti sul territorio. Capita spesso, infatti, che una squadra abbia bisogno di un calciatore in un determinato ruolo e con certe caratteristiche ed è qui che il procuratore serio e competente entra in scena, consigliando alla squadra di vedere un ragazzo. In altri termini, il procuratore è un intermediario, che propone un giocatore per un provino, uno stage o, nel caso di un reale interesse, è colui che seguirà l’intera trattativa, cercando di mettere d’accordo la società dilettantistica e quella professionista.

Poi c’è, invece, il procuratore poco affidabile. È quello che non fa un investimento sul ragazzo, ma che propone provini, accordi, passaggi a società in cambio di un riconoscimento economico. Ecco, se potete, evitatelo, non è questo il modo corretto di operare! Il procuratore competente, serio ed esperto cercherà invece di guadagnarsi la fiducia del ragazzo e dei genitori, investendo tempo e suo denaro per vedere partite, seguire il ragazzo, nella speranza che, una volta arrivati alla soglia del primo contratto (in una formazione Primavera, Lega Pro o altro), questi decidano di continuare ad affidarsi a lui, vedendo così riconosciuto il suo investimento iniziale con una percentuale sul compenso pattuito. Fino a quel momento, infatti, legarsi ad un procuratore non vincola nessuno, non obbliga nessuno, ma quel che è certo è che questa scelta avrà un ruolo fondamentale nella probabilità che un ragazzo arrivi o meno al grande calcio (ovviamente, sempre che ne abbia le doti). Scegliere la persona sbagliata, potrebbe portare a pagare chissà quale intermediario per il passaggio ad altra società, a farsi carico delle spese del convitto, tutte operazioni poco trasparenti, che molto spesso servono solo ad arricchire i non professionisti e ad illudere i ragazzi che si ritrovano catapultati in determinati contesti senza averne, probabilmente, le doti necessarie. Altro aspetto fondamentale, di cui il procuratore si fa carico, è quello di cercare la sistemazione più idonea al ragazzo. Il salto verso il professionismo non è facile ed il percorso corretto, in questo caso, è quello di una crescita costante e graduale, piuttosto che l’approdo in una big con un conseguente passo indietro nel momento in cui questi presupposti non sono confermati. Questo, in sintesi, è il ruolo del procuratore nel caso del passaggio di un giocatore da una squadra dilettante ad una professionista.

Appare dunque evidente come la guida di un procuratore sportivo non sia sempre necessaria, soprattutto per tutti quei ragazzi che, obiettivamente, non hanno prospettive di carriera, ma è certamente consigliabile quando il ragazzo merita attenzione, purché, come già detto, ci si affidi ad un professionista competente e non si pensi, visto che si è genitori, di conoscere il meglio per il proprio figlio (probabilmente questo avviene per scuola, educazione e quant’altro, ma non per il calcio).

Nel caso del giocatore che è già nel professionismo, il discorso, come detto, cambia poiché è assolutamente necessario farsi assistere da un procuratore che conosca approfonditamente gli aspetti legali e normativi che entrano in scena al momento della firma dei primi, veri e propri, contratti. Si pensi all’ipotesi in cui un ragazzo faccia già parte di squadre di un certo livello, le cosiddette professioniste, ovvero le formazioni la cui prima squadra milita in Serie A, B e Lega Pro. In questo caso, la domanda che sorge spontanea è: perché un giocatore o, meglio, un genitore dovrebbe affidarsi ad un procuratore se è già, probabilmente, nel posto in cui vorrebbe stare? La motivazione è semplice. Con la crescita del ragazzo, che passa, ad esempio, nei “Giovanissimi” e poi “Allievi”, tanti sono gli ambiti in cui un procuratore può intervenire per aiutare il ragazzo, guidandolo e tutelandolo nel miglior modo possibile. Il procuratore serio e competente, che agisce correttamente, prestando attenzione principalmente alla crescita di un ragazzo, avrà già indirizzato il ragazzo nella squadra più adatta alle sue caratteristiche, evitando quindi contesti magari troppo importanti onde evitare di dover fare, negli anni successivi, pericolosi passi indietro. Il giovane calciatore professionista può trovarsi in due situazioni differenti: può vivere la sua esperienza al massimo, senza alcun problema e dimostrandosi all’altezza della situazione, una futura promessa del calcio; oppure, incontrare alcune difficoltà di ambientamento, di rapporto con allenatore e società, con l’esigenza magari di trovare un’altra sistemazione. Nel primo caso, il giocatore, titolare indiscusso e futura promessa, è appetibile, oltre che dalle società, anche da sponsor e quant’altro ormai presente nel mondo del calcio giovanile.

Il procuratore attento e bravo è quello che cercherà di indirizzare il giocatore nella scelta migliore, garantendogli i vantaggi che merita, ma soprattutto quello che metterà le basi per quello che sarà, tra l’ultimo anno degli Allievi ed il primo della Primavera, il possibile primo contratto da professionista. È attraverso il procuratore, infatti, che si può spingere eventualmente per ottenere questa prima vera affermazione dal punto di vista commerciale con la società di appartenenza che, molto spesso, con i vari agenti instaura rapporti che durano da anni. È il procuratore, sempre attraverso i suoi rapporti, che molto spesso riesce a far mettere in risalto, anche sui media e con altri addetti ai lavori, quanto di buono dai suoi assistiti realizzato; è sempre lo stesso che molto spesso è l’artefice di una promozione magari in una squadra di primissimo piano. Quella del procuratore sportivo è dunque una figura importante e necessaria, a patto di scegliere un professionista serio e competente. Ancora più importante, però, è la figura del procuratore per tutti quei ragazzi che non rientrano nella prima situazione, ma che invece si trovano a volte in difficoltà nella propria squadra.

A livello di squadre professioniste, infatti, è proprio il procuratore che, oltre a consigliare il ragazzo, intrattiene rapporti con le società e con i direttori sportivi, facendosi portavoce delle problematiche tecniche del ragazzo, quando ci sono, oppure chiedendo spiegazioni sul non impiego. Da parte delle società, in ogni caso, c’è sempre un’attenzione diversa se una lamentela o un chiarimento arriva da un procuratore, con cui quella società lavora, oppure da un genitore che, anche se importante, rimane sempre l’agente solo di suo figlio e non quello di tanti altri ragazzi con cui la società può avere rapporti. Tutto questo sino a quando si decide e si rimane nella società d’appartenenza, ma la grande mano che arriva dal procuratore c’è soprattutto quando si tratta di trovare soluzioni alternative dopo un’esperienza non felice. In tal caso, il procuratore si fa portavoce delle richieste del ragazzo, chiede e spesso ottiene dalla società di essere lasciato libero di cercare un’alternativa. Una volta ottenuto il via libera, attraverso i suoi contatti, il lavoro svolto negli anni e la conoscenza di società ed addetti ai lavori, il procuratore potrà trovare con facilità una soluzione gradita al ragazzo e su misura per lui, evitando quindi altre esperienze negative.

Un lavoro, quello di procuratore sportivo, che non può mai essere svolto da un genitore, poiché questi, soprattutto dopo un’esperienza negativa, non riesce ad operare valutazioni obiettive, non ha contatti né titolo per intavolare un discorso con una nuova società, non sa e non può sapere in quali società cercano un prospetto corrispondente a quello del figlio. In tutte le situazioni prospettate, quindi, la figura del procuratore sportivo è importante e necessaria, ma, come più volte ribadito, a patto di scegliere professionisti più preparati ed affidabili. Concludendo, appare evidente quanto sia importante rivolgersi, sin dall’inizio della carriera di calciatore di vostro figlio, ad un professionista serio e competente, che sappia dunque guidare il ragazzo nel percorso di crescita sino alla firma dell’eventuale primo contratto da professionista, altro momento fondamentale in cui è necessario conoscere esattamente ciò a cui bisogna porre attenzione e quali garanzie chiedere.

A CURA DI: ANGELO GINEX

laquis

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