È stata una trasferta dal sapore amaro. Non tanto per la sconfitta, che può sempre essere messa in preventivo, ma per il trattamento ricevuto dal Sig. Mongelli della sez. arbitrale di Lecce. Contro un Galatone dai due volti (aggressivo e fisico nel primo tempo, remissivo e confusionario nel secondo) a decidere la partita è stato proprio il fischietto leccese con una serie di decisioni che hanno indirizzato la partita in una sola direzione.
L’episodio chiave al 5′ della ripresa, Quando Diaw, riceve palla sul verice destro dell’area di rigore, rientra cercando il contatto con Aloisi, ma pur non trovando si lascia cadere a terra. Tutto questo sotto gli occhi del guardalinee che non segnala (ovviamente) nulla. Il signor Mongelli invece che si trovava dall’altra parte dell’area di rigore, nonostante la presenza nel mezzo di 4 nostri difensori e un attaccante del Galatone, è riuscito a vedere un rigore. Batte Migali e segna.
La partita è stata equilibrata, anche se le occasioni migliori le abbiamo avute noi. Conte non ha ricevuto un tiro in porta, grazie ad una fase difensiva ancora una volta quasi impeccabile. Sapevamo che solo con un errore grossolano avremmo subito subito goal, ma non pensavamo che sarebbe stato l’arbitro a farci interrompere un’imbattibilità durata più di 630 minuti.
Il resto della partita è stato caratterizzato da un forte pressing del Galatone nel primo tempo, che lancia poi in profondità per sfruttare la velocità di Diaw, che preso in consegna da Gravante e Pasca non è riuscito mai ad impensierire Conte.
Il secondo tempo registra il ritorno in campo di bomber Cresta, rientrato di fatto dopo due mesi di stop. Dopo il fattaccio del rigore la squadra ha reagito, riuscendo ad imbastire a fatica il suo gioco nonostante un terreno che faceva fare al pallone dei ribalzi degni della “palla ballerina” con giocavamo da piccoli. Al 30′ Mij ha sul piede il pallone del pareggio, ma perde l’attimo e alla fine opta per un tocco morbido che finisce tra le braccia del portiere. Il forcing dei nostri porta ad un altro paio di buoni spunti che la bandierina del guardalinee stronca sul nascere segnalando fuorigioco che dalla tribuna sono apparsi quanto meno discutibili (per usare un eufemismo).
L’ultimo brivido nasce dai piedi di Elia che su punizione, calcia a giro, scavalca la barriera, lascia di sasso il portiere, ma il pallone lambisce il palo.
Finisce così: 1-0. Nulla da rimproverare ai nostri ragazzi, domenica al Basurto arriva l’Uggiano, protogonista lo scorso anno di quell’avvincente duello a distanza che porto alla fine alla promozione per entrambe, e che in questa stagione sta disputando un campionato di tutto rispetto, grazie a individualità importanti ed un impianto di gioco a tratti degno di nota.
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