«Sono stato io a lanciare l’ordigno in campo»

«Sono stato io a lanciare l’ordigno in campo»

Un 25enne fasanese si è presentato questa mattina in caserma carabinieri per raccontare l’accaduto: per ora nessun provvedimento

Svolta nella vicenda del ferimento di Teo Furleo, il 41enne fasanese rimasto vittima dell’esplosione di una torcia al termine dell’incontro di Coppa Italia tra Cerignola e Fasano, giocato a Gravina di Puglia giovedì scorso. Un 25enne fasanese si è presentato questa mattina ai carabinieri di Fasano (accompagnato dal suo avvocato) per rilasciare dichiarazioni spontanee, ammettendo le proprie responsabilità. Per il momento non sono stati presi provvedimenti: tutto il materiale sarà inviato alla Procura e non è esclusa l’immediata denuncia. Il giovane ha anche inviato un messaggio di scuse a Furleo, ammettendo le proprie responsabilità.

I fatti. Furleo, nel tentativo di allontanare un petardo dal rettangolo di gioco al triplice fischio finale, si è visto esplodere l’ordigno tra le mani. Il giovane fasanese, che svolgeva il ruolo di steward, credeva fosse un fumogeno: forse per evitare conseguenze disciplinari per la sua società, ha maneggiato il petardo, cercando di allontanarlo, ma gli è esploso sotto i suoi occhi e quelli della tifoseria fasanese.

Il tifoso biancazzurro si è subito accasciato al suolo, dimenandosi. Sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno trasportato il supporter nell’ospedale “Delle Murge” di Gravina. Qui i medici gli hanno riscontrato lo spappolamento di tre dita della mano destra (indice, medio e anulare) e il giovane ha anche riportato un buco sempre alla stessa mano.  Ha perso anche una falange e ha riportato qualche ustione alla gamba e alla coscia. Fortunatamente non sono stati lesionati i tendini: attualmente è ricoverato al Policlinico di Bari.

 VINCENZO LAGALANTE – fasanolive

laquis

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