Come è lontana Verona. E con essa quell’Hellas-Foggia, con i suoi 15 mila spettatori.
Sono passati poco meno di quattro mesi, 115 giorni a voler essere precisi, dall’ultima gara in serie B del vecchio Foggia Calcio.
Eppure sembra passata una vita da quel 7 Maggio 2019 e dalla doppietta con cui Di Carmine decretò la retrocessione in Serie C del Foggia.
Di lì a poco un frullato di emozioni e delusioni: le battaglie legali per disputare i play out, le difficoltà economiche della proprietà Sannella, la colletta degli imprenditori, l’onta della mancata iscrizione in Serie C, lo spettro dei dilettanti ed una domanda: quante vite ha vissuto il calcio a Foggia nel giro di pochi mesi? Tante, troppe.
Ma una volta raschiato il fondo non vi erano troppe alternative: o di quei rossoneri restava solo un ricordo, con il rosso che sfumava in un nero simboleggiante il dolore di chi non si è rialzato; oppure quei colori sarebbero ritornati a brillare, dopo un luccicante lavaggio a base di umiltà, e spirito di rivalsa.
Fortunatamente è proprio questo che è successo: con Felleca, Corda e Mancini, i rossoneri ripartono dalla Serie D.
Il teatro in cui andrà in scena la nuova recita dei rossoneri è lo stadio “Vito Curlo” di Fasano, 4.900 posti a sedere, occupati soltanto dai tifosi locali. Già, perché non bastasse l’essere catapultati nei dilettanti, ma i rossoneri dovranno iniziare la propria avventura senza il dodicesimo uomo.
Per il Foggia inizia un’avventura dal sapore dolce-amaro, tra la gioia di essere ripartiti e la rabbia di dover dare battaglia nella periferia del calcio, lì dove può accadere che il pallone non rimbalzi per il cattivo stato del terreno. Dove si respira il dilettantismo, insomma.
Allora sì, come è lontana Verona. Ma poco importa: sta per arrivare il fischio d’inizio, che nasconderà per un po’ le ansie di questi mesi. Lo spettacolo può ripartire.