Non ho incontrato nessuno e non conosco il signor Tilia, nè ho incontrato altri. Semmai dovesse manifestare dell’interesse verso il Taranto se ne può sempre parlare, ma sia chiaro che cedo la società solo a gruppi importanti”. Queste le parole del presidente del Taranto Massimo Giove su un possibile incontro tra lui un gruppo di imprenditori romani. A questa cordata sarebbe vicino anche l’avvocato Tilia. Quest’ultimo aveva annunciato nel fine settimana appena trascorso un incontro, a questo punto mai tenutosi, con la proprietà del club rossoblu. Peraltro il presidente ha ribadito, ancora una volta, la sua precisa idea di cessione («solo a gruppi importanti») e così sembrerebbe soffocare sul nascere la possibilità che il gruppo romano effettui anche solo un sondaggio.
FIEREZZA. Lo scatto d’orgoglio c’è stato, eccome! Il Taranto, pur stoppato dai pali, ha bloccato la capolista sullo 0-0, che dal suo canto è sembrata troppo nervosa e a volte persino impacciata per essere veramente lei. Buon per i rossoblu che sia stato così, ma il merito di una così buona prestazione è quasi esclusivamente da affibiare al gruppo di Panarelli, che ha tratto ispirazione dalle pesanti vicissitudini dei giorni che hanno preceduto lo scontro domenicale. Il gruppo ha trovato energie apparentemente nascoste e ha dato prova di quanto di buono si possa ancora fare per la causa. In altri tempi lo scontro sarebbe stato vinto: i due legni colpiti, che si vanno ad aggiungere a quello centrato con il Foggia di due settimane prima, raccontano nel dettaglio quanto l’annata sia più maledetta che non benedetta. Il pareggio non muta la situazione, non sposta di un solo millimetro gli umori di una piazza ampiamente delusa e che ha disertato in massa lo Iacovone. Non a caso (nulla lo è mai!) sebbene in città andasse in scena la sfida alla prima della classe, i tifosi hanno pensato di snobbarla. Questo comportamento si chiama disaffezione, ma girando la medaglia si chiama amore. E tuttavia la squadra ha cercato, desiderato, inseguito il successo con giocate interessanti e spirito di sacrificio, perché alle pesanti assenze del pregara (Jimmy Allegrini, Luigi Manzo e Alex Benvenga) si è aggiunta anche quella di Stefano Manzo nel corso della gara. E allora tutti hanno stretto i denti a incominciare da Matute, al centro della difesa, passando per Ferrara e Pelliccia che hanno offerto una prova difensiva di spessore. Il risultato è stato dirompente, perché persino un giocatore di grande tecnica come Cosimo Patierno ha trovato enorme difficoltà a reperire spazi utili per la giocata. Con ottime prove, però, non si costruiscono promozioni o vittorie di campionati. Ci vogliono i punti, necessari nelle prossime nove giornate, perché la cattiva notizia è che con il successo sul Foggia, il Casarano ha usurpato ai rossoblu la quinta piazza della classifica, ultima utile per i playoff.
INFORTUNIO. Con il Bitonto Stefano Manzo è stato costretto a lasciare il campo poco prima della fine del primo tempo. Il responso degli esami parla di frattura della clavicola con interessamento della scapola. La gravità dell’infortunio è apparso subito evidente, per cui il calciatore si sottoporrà a un intervento chirurgico a strettissimo giro. Il rientro in campo, tenendo presente il periodo riabilitativo, è di un paio di mesi, per cui la stagione del mediano può ritenersi, di fatto, conclusa.