Vi avevamo anticipato nel pomeriggio di ieri le cattive indiscrezioni riguardanti le condizioni di salute di Naesses, attaccante belga del Foggia, uscito malconcio dalla sfida con la Casertana di Martedì. Il responso ufficiale parla di rottura del tendine d’achille per Naessens: un infortunio grave che costringerà la punta centrale dei satanelli a restare fermo ai box fino al termine della stagione. Di fatti, pur al cospetto di un parco attaccanti numericamente importante, a Foggia c’è il solo Dell’Agnello ad avere le caratteristiche della punta centrale, in grado di far salire la squadra, aprire varchi ed attaccare la porta.
L’importanza dell’infortunio di Naessens impone una riflessione alla società: intervenire immediatamente sul mercato per cercare un’alternativa tra gli svincolati? O tamponare fino al mercato di gennaio, cercando soluzioni alternative?
Proviamo a fare il punto.
Le soluzioni interne
Il sostituto naturale di Naessens nel 3-5-2 è, ovviamente, Dell’Agnello, che peraltro era partito col botto, andando in gol nella prima gara col Potenza. Chissà che l’infortunio del belga possa spalancare le porte della titolarità fissa a Simone, che avrebbe le chance per tornare a far parlare di sé a suon di gol, come avveniva agli albori della sua carriera. Alle sue di Dell’Agnello il Foggia può contare su diverse soluzioni, che comporterebbero però una rinuncia al centravanti tradizionale. Nelle scorse giornate Marchionni ha già giocato con una coppia d’attacco più leggera, come ad esempio il tandem composto da D’Andrea e Curcio. C’è anche la variabile Baldé: attaccante dalle evidenti potenzialità, che sembra sempre in procinto di esplodere. Si tratta di un attaccante più propenso ad avere il pallone tra i piedi, oltre che a sfruttare gli spazi lasciati dai compagni, che a giocare da punta centrale. Il fisico importante può comunque far pensare ad un ruolo da punta centrale per lui, seppur con caratteristiche diverse ed un modo diverso di attaccare.
L’esercito degli svincolati
C’è poi un vero e proprio esercito di svincolati, pronti ad essere contrattualizzati. Tantissimi attaccanti per tutte le fasce d’età e tutti i gusti: la particolare stagione che stiamo vivendo, il solito problema delle liste da presentare alla Lega, i pochi soldi che girano, i fallimenti di alcune società hanno lasciato a spasso tantissimi giocatori.
Ci sono, ad esempio, gli inarrivabili (per ingaggio) Daniele Cacia e Giampaolo Pazzini, i cui curricula parlano da soli: attaccanti probabilmente non disposti a scendere di categoria. Per cui procediamo immediatamente oltre.
Sono poi svincolati attaccanti come Giulio Ebagua (Torino, Varese, tanta Serie B per lui, l’anno scorso al Bisceglie), l’ex attaccante del Pisa di Gattuso Edgar Cani, l’ex Bari ed Avellino Albadoro, l’ex Catania e Salernitana Calil, l’ex Pescara e Palermo Nando Sforzini. Tutti calciatori con un passato importante alle spalle, con tanti gol all’attivo. Tutti attaccanti però, ben oltre la soglia dei trent’anni, giocatori su cui investire è sempre una incerta scommessa.
Ci sono, infine, ragazzi ancora nel pieno della loro carriera, ai box per motivi vari: basti pensare ad Antonio Rozzi che i più attenti ricordano come ex crack della Lazio di Lotito (esordio in Serie A a 17 anni, in Champions League, l’Under 21, il Real Madrid B e poi tanti prestiti tra cui Bari), svincolato a 26 anni; c’è poi Libertazzi (cresciuto anche lui in una Juventus primavera di tutto rispetto, con Immobile e Iago Falque tra gli altri), che a 28 anni è svincolato dopo oltre 100 presenze in C. Infine Daniele Ragatzu, altro ex enfant prodige del Cagliari, girovago tra Serie B e C (Pro Vercelli, Ternana, Oblia): nello scorso anno è tornato a vivere il suo sogno cagliaritano, infranto a fine stagione senza un rinnovo. Per lui nelle scorse ore c’è stato un interesse dell’Arezzo, con disponibilità a scendere in C: chissà che tra conterranei (la proprietà del Foggia, n.d.c.) possa nascere qualcosa di più che un’idea. Vaneggiamenti, nulla più, sia chiaro.
Non resta che attendere le prossime ore per comprendere se il Foggia resterà così come è, ovvero se si cercherà il colpo dal cilindro.