U.S. Bitonto Calcio: Le interviste del centenario (puntata1)

U.S. Bitonto Calcio: Le interviste del centenario (puntata1)

TI RICORDI… GINO D’ADDABBO E VINCENZO FERRANTE?

Dodici mesi, dodici uscite dedicate ai grandi protagonisti della storia calcistica neroverde, il più che meritato e doveroso tributo ad alcuni degli attori indimenticabili che hanno scaldato le domeniche pallonare dei bitontini nell’ultimo cinquantennio, facendoci esultare per un gol, una parata, una giocata in mezzo al campo, un intervento difensivo o semplicemente perché hanno indossato la Nostra maglia davvero con lo spirito dell’indomito Leoncello

Le interviste del Centenario sarà la rubrica che vi terrà compagnia nel corso di questo 2021 che coincide con il compleanno “secolare” del Bitonto Calcio, cento anni attraversati da gioie, dolori, speranze, delusioni, vittorie esaltanti e cadute dolorosissime. Momenti caratterizzati, sempre e comunque, nel bene o nel male, da un comune denominatore: la passione sportiva di una città che non ha mai smesso di lottare e rialzarsi.

Prima intervista e si parte subito col botto, anzi, con un doppio colpo da sogno: Gino D’Addabbo e Vincenzo Ferrante. Il Capitano e il Bomber di un triennio pieno vissuto assieme con la casacca neroverde addosso e una simbiosi con la comunità calcistica locale che ha avuto pochi eguali negli anni a venire.

Feeling in campo e un’amicizia ancora granitica per due uomini, prima che ex giocatori, che non hanno affatto dimenticato Bitonto e il Bitonto.

Buona lettura!

Ciao ragazzi! Vogliamo innanzitutto ricordare ai tifosi più giovani quante e quali stagioni vi hanno visto protagonisti con la casacca neroverde addosso?

D’Addabbo: “Stagione 2000-2001 con Muzio Di Venere in panchina, 2001-2002 con mister Caricola (attuale allenatore della Juniores nazionale neroverde, ndr) e 2002-2003 con Ragno. Tre stagioni complessive con due promozioni, dal campionato di Promozione all’Eccellenza e poi dall’Eccellenza in Serie D. Il tutto, con l’enorme orgoglio di aver indossato la fascia da capitano. Voglio anche ricordare la breve esperienza da allenatore nel 2013, in Prima Categoria. Solo due mesi, ma intensi, belli ed emozionanti per me, poiché tornavo a vivermi dopo dieci anni l’ambiente del Bitonto, piazza a cui sono sempre rimasto molto legato”.

Ferrante: “Ho giocato tre anni e mezzo a Bitonto, le stesse stagioni di Gino più la prima parte del campionato di Serie D 2003-2004, lasciato nel corso del mercato di riparazione quando eravamo molto in alto in classifica…”.

I fotogrammi più belli e le delusioni peggiori di quegli anni.

D’Addabbo: “Sono stati tre anni per me bellissimi, anche il primo in cui non abbiamo vinto. La delusione maggiore per il gruppo è stato probabilmente il campionato di Promozione sfumato per un 3-0 a tavolino, invece la gioia delle gioie è stata rappresentata perfettamente dal binomio squadra-città. I tifosi ci amavano davvero, erano sempre e ovunque con noi. Seppur tra mille difficoltà, di ogni genere, ci hanno spinto così tanto da farci vincere un campionato d’Eccellenza incredibile. Momenti unici ed indimenticabili vissuti all’interno di un gruppo di uomini speciali”.

Ferrante: “Il ricordo più bello? Lo stadio stracolmo di gente in occasione dell’ultima, decisiva partita-promozione in casa contro il Locorotondo (Eccellenza 2002-2003, ndr). Oltre alle due tribune pienissime, c’era gente a sostenerci anche fuori dallo stadio. Che emozioni! La delusione peggiore è stata senza dubbio andar via in quel modo e in un momento in cui la squadra dava la sensazione di potersela giocare alla pari con tutte le altre, in Serie D. Mi brucia ancora…”.

Il gol o la giocata che ricordate con maggior piacere per la sua importanza in partita.

Ferrante: “Di gol ne ho fatti tanti con il Bitonto, addirittura 24 in una sola stagione, e per me sono stati tutti belli, dal più facile al più difficile, però ce n’è uno che tutt’oggi ricordo con maggior piacere per la sua importanza. Si tratta di un rigore realizzato al 96’ che ci permise di pareggiare in extremis a Fasano, dopo una battaglia durissima in campo e dove non ci sono mai partite banali per i colori neroverdi”.

D’Addabbo: “Un passaggio filtrante per Vincenzo da subentrato. Gli ho servito quella volta (non ricorda con certezza contro quale squadra, ndr) sul piatto d’argento l’opportunità di procurarsi un rigore importante che, ovviamente, lui ha poi trasformato con freddezza. Ma anche a Galatina, sempre uscendo dalla panchina, feci felice con un assist Filippo Vallarella, bitontino DOC. Tuttavia, credo che i miei ‘gol’ più importanti sono stati i discorsi fatti alla squadra nei momenti difficili e ce ne sono stati tanti, soprattutto nell’anno in Eccellenza…”.

Seguite ancora le vicende del Bitonto Calcio?

D’Addabbo: “Tutti i giorni, soprattutto chattando con i vecchi compagni di squadra tramite WhatsApp. Mi piace ascoltare le notizie sul Bitonto da chiunque e anche su Internet do sempre un’occhiata interessata alle vicende neroverdi. Sono molto dispiaciuto per come sta andando quest’anno…”.

Ferrante: “Ogni tanto mi informo sulle vicende della squadra, ho ancora tanti amici vicini all’ambiente della società. Inoltre, mi piace molto vedere le partite o gli highlights delle categorie in cui ho giocato anche io, quindi mi ritrovo spesso a seguire dei video sul Bitonto. Sinceramente non mi aspettavo una simile posizione di classifica a questo punto della stagione”.

Da fuori, cosa vi sembra cambiato rispetto ai vostri anni?

D’Addabbo: “A livello dirigenziale, c’è stata una grande crescita e sono evidenti sia la voglia sia la possibilità materiale di salire di categoria. La città lo meriterebbe davvero, Bitonto ha ormai il blasone storico giusto per approdare nel professionismo”.

Ferrante: “Non conosco personalmente il presidente Rossiello, ma sento e leggo di una società forte, solida, che non fa mancare niente a nessuno. Se penso che anche noi partimmo forte in D, con un entusiasmo alle stelle in città, e poi andò come andò, mi sarebbe proprio piaciuto avere allora una proprietà come quella attuale…”.

Siete rimasti in contatto con qualche vecchio compagno di squadra di allora?

D’Addabbo: “Praticamente con tutti. Mister Di Venere e tanti altri sono di Carbonara come me, abbiamo anche il gruppo delle partitelle del lunedì! Sono particolarmente legato a Francesco Cotugno, Saša Krstic, il mio guerriero serbo, un fratello acquisito; Emanuele Del Zotti, un grande uomo di vita e di calcio, Vito Ronzullo, oltre ai soliti Ferrante, Roselli, Bruno, Coscia e Mastrolonardo. Senza dimenticare i mitici ‘Ualino’ e Nicola, rispettivamente magazziniere e massaggiatore dei nostri tempi”.

Ferrante: “Gli amici di sempre sono, oltre a Gino, vabbè: Giulio Mastrolonardo, Nico Roselli, Angelo Coscia, che è anche il mio meccanico (aggiunge con allegro orgoglio, ndr), Antonio Bruno. Abbiamo organizzato parecchie ‘rimpatriate’ a tavola, finché ci è stato concesso… Ogni tanto ho avuto notizie anche di Filippo Vallarella e Saša Krstic, con cui posso dire di aver composto la coppia d’attacco ideale nel Bitonto. Lui è il compagno di reparto perfetto per le mie caratteristiche, anche se è sempre stato più scarso di me (ride di gusto, ndr)”.

Un messaggio a Bitonto ed ai bitontini appassionati di calcio nell’anno del Centenario del Leoncello.

Ferrante: “Io sono stato benissimo a Bitonto, ho visto gente piangere quando me ne sono andato. Non sono una persona che porta rancore, ma mi è dispiaciuto tantissimo lasciare Bitonto in quel modo, per andare a Gallipoli. I colori neroverdi e i tifosi, che mi hanno fatto sentire un re al ‘Città degli Ulivi’ e lontano dal nostro stadio, rimarranno per sempre nel mio cuore”.

D’Addabbo: “Alla mia città del cuore, al mio ‘Leone’, ai miei amici e ai tifosi bitontini va il sincero augurio del Capitano per i Cento Anni di storia calcistica. E auguro anche la soddisfazione del professionismo al più presto, i tifosi lo meritano assolutamente!”.

fonte: Bitonto Official WEBSite

laquis

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