Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Indubbiamente un bicchiere che poteva essere decisamente più dolce per il Bari che esce da Avellino con un pareggio per 1-1. I biancorossi vanno avanti con un rigore trasformato da Antenucci ma vengono ripresi a pochi minuti dalla fine da Kanoutè.
Serata fredda con circa 5000 spettatori (di cui circa 400 biancorossi) a fare da cornice al match. I biancorossi di Mignani arrivano in Irpinia forti di tre successi di fila mentre i padroni di casa da ben nove risultati utili di fila. Il tecnico pugliese conferma la formazione della vigilia con l’inserimento di Mallamo al posto dello squalificato Scavone. Braglia risponde con il tridente Di Gaudio-Maniero-Kanoutè.
L’inizio di gara è più di marca avellinese: i padroni di casa si rendono pericolosi subito con D’Angelo (bravo Frattali a smanacciare in tuffo basso) poi è Maniero ad avere una grande occasione ma l’ex del match non sfrutta il rimpallo tra Terranova e Celiento e da ottima posizione spara altissimo. Il match è vibrante, a tratti nervoso: al decimo minuto accenno di rissa di cui ne fanno le spese i due numeri 14 D’Errico e Di Gaudio entrambi ammoniti. Il Bari sembra in difficoltà ma alla prima vera occasione passa: passaggio al bacio di Antenucci per Mallamo che anticipa il portiere locale che lo atterra, rigore e giallo per Forte. Dal dischetto si presenta Antenucci che è glaciale e insacca a portiere immobile: ottavo gol per l’attaccante molisano abbracciato dai compagni. La squadra di casa accusa il colpo e colleziona una serie di ammonizioni e di brutti interventi. Le squadre vanno all’intervallo con i biancorossi in vantaggio.
Nella ripresa, il tecnico locale Piero Braglia rivoluziona il suo Avellino inserendo diversi calciatori più offensivi a caccia del pareggio. Mignani toglie una punta come Paponi e inserisce un mediano come Bianco. Una scelta che, di fatto, schiaccia i biancorossi nella loro metà campo lasciando ai padroni di casa la manovra e un Antenucci troppo isolato li davanti. I nuovi cambi danno nuovo vigore ai biancoverdi che alzano i giri del motore. Al minuto 73 è super Frattali quando alza in corner di un liberissimo Kanoutè. Dieci minuti dopo, però, nulla può l’estremo difensore biancorosso su Kanoutè che pareggia i conti: angolo di Tito che trova la testa di Maniero che sponda per il liberissimo ex Catanzaro che insacca il pareggio. Posizione molto dubbia per il 7 avellinese che sembra davanti a tutti ma il gol viene dato per buono. Mignani capisce che si rischia la beffa ed inserisce Cheddira al posto di un boccheggiante Ruben Botta ma ormai è tardi. I restanti minuti ed il recupero scivolano via senza particolari brividi e le due squadre escono dal campo con un pareggio che scontenta, alla fine, entrambe.
Un pareggio ad Avellino, alla vigilia, poteva essere accettato anche di buon grado vista la difficoltà del match. Al triplice fischio del signor Bitonti, però, la sensazione è quella di due punti persi più che di uno guadagnato. Fino all’ora di gioco il Bari era in pieno controllo del match ma anzichè assestare il colpo decisivo del Ko ha cercato di chiudersi e portare la nave in porto. L’Avellino, di contro, nel momento cruciale ha capito che almeno il punto poteva essere portato via e ha preso terreno. La squadra di Braglia ha costruito, indubbiamente, le azioni più pericolose del match (gol a parte) ma, per come si è messo il match, sembrava una squadra alla assoluta portata di Antenucci e soci che comunque mantengono gli irpini a debita distanza in classifica.
Prossimo impegno casalingo per il Bari che riceverà, nel derby, il Taranto.
Avellino (4-3-3): Forte; Ciancio, Silvestri, Dossena, Tito; Carriero, Matera, D’Angelo; Kanoute, Maniero, Di Gaudio. All. Braglia
Bari (4-3-1-2): Frattali; Pucino, Celiento, Terranova, Mazzotta; Mallamo, Maita, D’Errico; Botta; Antenucci, Paponi. All. Mignani
Antonio Genchi