“Bucarest tra Fotbal e Politica”, quattro chiacchiere con l’autore Cristiano Cinacchio

“Bucarest tra Fotbal e Politica”, quattro chiacchiere con l’autore Cristiano Cinacchio

A luglio di quest’anno è uscito un libro scritto da un giovane, quando appassionato e competente autore italiano, sul calcio romeno. Parliamo di “Bucarest tra Fotbal e Politica“, scritto da Cristiano Cinacchio ed edito dalla Urbone Publishing (clicca qui se vuoi acquistarlo).

In quanto editor di Blog Calcio Romania ho approfondito proprio con Cristiano – che fra l’altro mi ha fatto omaggio di una copia con dedica – alcune tematiche legate al suo libro, per poi scavare più a fondo e capire com è nato questo progetto, la sua passione per il calcio dei Balcani e per i suoi protagonisti.

Da dove nasce la passione per il fotbal romanesc?La mia passione per il Fotbal Romanesc nasce, come molti della mia generazione (Io son nato nel 1985) ad inizio anni ’90. I primi mondiali che ho seguito da appassionato di calcio sono stati Italia ’90 ma soprattutto U.S.A. ’94, e la kermesse americana è stata il punto più alto della Romania. Poi da grande collezionista di figurine la Romania era molto riconoscibile perché i componenti della formazione titolare erano quasi sempre gli stessi, da Hagi a Raducioiu, da Popescu a Lupescu, con l’epico ballottaggio PruneaStelea. Poi con il passare del tempo per essere sincero si era un po’ sopito, anche per le difficoltà delle squadre e della nazionale rumena. Per poi tornare prepotentemente negli ultimi anni, quando mi sono appassionato alla Romania come paese, alla sua natura e soprattutto alla sua storia, che ha influenzato tantissimo anche il gioco del Fotbal. Che poi è il tema principale del mio libro…“.

  • E l’idea di farne un libro?L’idea di farne un libro nasce innanzitutto, appunto, dalla miriade di storie e di leggende che il calcio rumeno ha creato intorno a sé. Credo che non esista al mondo un paese dove coesistono così tanti fatti particolari, dei quali ancora oggi non si sa ancora bene come sia andata, e la leggenda travalica nell’immaginario collettivo quella che è la spiegazione ufficiale (come nelle vicende ad esempio di Duckadam o Belodedici). Ed il filo conduttore tra politica e Fotbal è sempre chiarissimo. Poi a me piace raccontare storie, e credo che forse tante di quelle di cui parla il libro non siano così conosciute a livello dell’appassionato medio. E ho pensato andassero raccontate… Un libro di nicchia ma che penso che gli appassionati possano apprezzare“.
  • Raccontaci come si è sviluppato il progetto fra viaggi e testimonianze raccolte.Beh diciamo che io sono un grande appassionato di Groundhopping, quella pratica che unisce ai classici viaggi turistici anche la visita degli stadi del luogo visitato. Sono stato parecchie volte a Bucarest, ho visitato quasi tutti quelli ancora esistenti, e lì ho potuto conoscere alcune delle storie che ho raccontato nel libro, sia per quanto riguarda la sezione sugli stadi vera e propria, che per quello che riguarda alcuni dei protagonisti del libro. Poi per creare un libro di questo genere è molto importante la ricerca, quindi articoli, giornali dell’epoca, dichiarazioni riportate, testimonianze raccolte tra gli amici rumeni ed ovviamente la visione di alcune delle partite storiche che vengono citate nel libro. E poi c’è l’ultimo capitolo, in cui ho creato una sorta di narrazione fantastica, attorno alla partita (quella ovviamente basata sulla fedele cronaca) Steaua-Barcellona che ha portato la Romania sul tetto di Europa. Una sorta di racconto breve introspettivo in cui il protagonista Valentin, impiegato dell’esercito e magazziniere della Steaua, vede la sua squadra trionfare ed in parallelo il regime Ceauseschiano disgregarsi. E’ stato un esperimento che mi ha portato via parecchio tempo ma che è stato molto divertente scrivere. E spero, dai feedback ricevuti finora, che sia stato gradito anche dai lettori“.

Chiudiamo l’intervista andando anche sul personale. Parlaci quindi del tuo giocatore romeno preferito, visto che nel tuo libro parli di diversi campioni: “Dire Gheorghe Hagi sarebbe molto semplice, e personalmente lo ritengo tra i primi 5 giocatori di sempre, malgrado a livello di club non abbia espresso quello che invece ha fatto vedere con la maglia dell’Echipa Nationala. Come scrivo nel libro per lui le stagioni erano più un intermezzo verso la successiva kermesse europea, dove dare il massimo e tentare di trascinare la sua nazionale sempre più in alto. Ma a livello di talento è stato un diamante purissimo. Però voglio dirti Gica Popescu. Da ragazzino giocavo, e ballavo tra la difesa ed il centrocampo. Cercavo quindi una sorta di idolo e di calciatore a cui ispirarmi. E chi meglio di Gica, un calciatore elegantissimo, con una visione di gioco eccellente ed un carisma incredibile. Nel libro tratto ampiamente la partita Romania-Argentina di USA ’94, e lì penso sia l’emblema del centrocampista davanti alla difesa. Sole cocente, 35 gradi, lui sembra neanche sudare e c’è sempre, su ogni pallone. Credo che sia l’unica partita in cui abbia mai visto Redondo non arrivare alla sufficienza. Quindi si, dico assolutamente Gica Popescu”.

A livello di club, attualmente, nutri qualche simpatia? “Sono un tifoso dell’Unirea Slobozia, squadra di Liga 2. Mi sono appassionato all’Unirea ad inizio della scorsa stagione (anche per il fatto di avere delle conoscenze in loco) e, grazie al fatto che trasmettono le partite live sulla loro pagina Facebook riesco a seguirli quasi ogni weekend. L’anno scorso è stata una stagione incredibile, con un buon avvio, una parte centrale difficilissima dove hanno avuto grossi problemi per il Covid (pensa che lo scorso anno la Federazione puniva col 3-0 a tavolino le squadre che non avessero giocato due match causa contagi: in due scontri diretti prima hanno perso col Comuna Recea presentandosi in 13 con un sacco di giocatori della giovanile, e poi 3-0 a tavolino col CSM Slatina perché malgrado l’Unirea si fosse presentata, lo Slatina ha chiesto il rinvio della partita), e i playout epici, dove prima si sono guadagnati lo spareggio battendo all’ultima partita del gironcino il CSM Resita che era avanti di due punti in classifica, superandoli e condannandoli alla retrocessione. E poi una finale al cardiopalma, perso 2-0 in casa del Comuna Recea e vinto 3-0, con terza nel recupero, allo Stadionul 1 Mai. Quest’anno come ti avevo preannunciato sulla tua pagina già ad agosto (malgrado lo scetticismo di qualche lettore che addirittura parlava di retrocessione), grazie ad una ottima campagna acquisti i Dragoni si possono considerare una delle rivelazioni dell’anno, malgrado qualche punto lasciato per strada. E considerando che i playoff sono a 4 punti, e nelle ultime tre gare ci sono impegni “morbidi” come i fanalini di coda Braila e Calarasi ed il Ripensia Timisoara come partita finale, non escluderei a priori un epilogo felice!“.

RenatoChieppa

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