Nuova Lucera Calcio: Sport e identità <br/> Dotoli scenda in campo

Nuova Lucera Calcio: Sport e identità
Dotoli scenda in campo

stemma nuova luceraNulla sembra muoversi, almeno ufficialmente, attorno alla Nuova Lucera Calcio, nonostante sia ora di pensare all’iscrizione al prossimo campionato di Promozione. Il sodalizio biancoceleste è precipitato in una sorta di stato vegetativo e a sorvegliare questo sonno – dal quale i tifosi sperano possa presto risvegliarsi – parrebbe rimasto ancora una volta solo Lello Di Ianni, coadiuvato, ovviamente da Aurelio De Fantis. Le bocche, però, sono cucite; nessuno parla, anche se la sensazione è che “qualcosa si farà”, come ci è stato detto. Seppure, in mezzo, ci siano ben due salvezze, la massima espressione del calcio locale si ritrova, come ai tempi del triste epilogo in Eccellenza, a dover fare i conti con un futuro cupo, che, volendo darci coraggio, è già qualcosa rispetto alla totale mancanza di prospettive. Al di là delle considerazioni, giunte da più parti, alcune a modo e realistiche, altre del tutto fuori luogo e a buon mercato, su quanto fatto, o non fatto, o su cosa bisognerebbe fare, è l’assenza della civica amministrazione nella sua interezza che lascia interdetti. Restiamo dell’idea che la Città debba lottare con ogni mezzo per mantenere la sua rappresentanza sportiva, e questo impegno è necessario che sia profuso in un contesto rinnovato del rapporto tra le società, il tessuto produttivo e commerciale, la classe politica, i tifosi e gli appassionati. Si vuole solo dire che, come avviene in altre realtà, è quanto mai necessario che il sindaco, Pasquale Dotoli, e gli amministratori si facciano seriamente carico dell’iniziativa tesa a riannodare i fili di tutta l’esangue vicenda sportiva locale, sollecitando l’intervento economico – magari di tanti e con poco, vista la crisi – come gesto di valenza sociale. Il Primo cittadino, quindi, si proponga, senza indugio, come testimonial dello Sport (e della Cultura), chiedendo a imprenditori, commercianti, professionisti e a tutti gli altri di aderire, spassionatamente, con il proprio contributo di generosità, perché non si debba arretrare su un fronte che ha a che fare con l’identità e il senso di appartenenza.

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