Gli azzurri tornano a sfidare i blaugrana dopo il precedente di due anni fa: possono contare su un progetto di gioco più solido con Spalletti e su una rosa arricchita da Anguissa e Osimhen
C’è chi sarebbe pronto a giurare che dietro ogni grande impresa nella storia recente del Napoli ci sia sempre la mano di Diego Armando Maradona, di Dios. Una sensazione che, a oltre un anno dalla sua scomparsa, è percepita in modo ancora più mistico. La sfida imminente col Barcellona è un ulteriore motivo per rivolgergli un pensiero, quasi una preghiera, come quand’era in campo gli si chiedeva di guidare valorosamente la squadra contro ogni avversario. Ferlaino lo acquistò proprio dai catalani nel 1984 e i suoi anni in azzurro restano il periodo più glorioso della storia del club: due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa e una Coppa Uefa. Successi, alcuni, mai più ripetuti, che in qualche modo è come se ne giustificassero l’adorazione.
Il precedente
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Per battere il…