Giovinazzo: in Coppa Italia c’è il Modugno

Giovinazzo: in Coppa Italia c’è il Modugno

I tifosi non potranno assistere alla gara in programma domani alle ore 15.30

Domani pomeriggio alle ore 15.30, nella ripetizione della partita di Coppa Italia col Modugno sospesa il 24 settembre scorso per impraticabilità del rettangolo di gioco (che ripartirà dal primo minuto e dal punteggio di 0-0, nda), ancora una volta il Giovinazzo giocherà a porte chiuse. E sarà tutto così particolare, un’atmosfera surreale.

Al momento il Raffaele De Pergola non gode ancora dell’indispensabile certificato di omologazione ed agibilità della tribuna da parte della commissione di pubblico spettacolo atta a consentire l’accesso al pubblico. E non si sa fino a quando sarà così. Sarebbe auspicabile che chi di competenza rendesse noti i tempi per la riapertura della tribuna.

Non crediamo sia giusto privare sportivi e tifosi della propria squadra di calcio. Si parla tanto dell’andamento sportivo del’undici di Amedeo Savoni (tre punti nelle prime quattro gare, nda), ma sono davvero pochi quelli che protestano per il fatto che la squadra giovinazzese affronterà un campionato, lungo e spigoloso come quello di Promozione, senza il supporto del pubblico di casa.

Tra questi gli ultras biancoverdi che, domenica pomeriggio, hanno espresso il loro dissenso sulla scelta delle istituzioni di far giocare a porte chiuse le partite del Giovinazzo ed hanno poi srotolato uno striscione all’esterno dell’impianto sportivo in cui hanno scritto: «Zero scuse, in casa nostra niente porte chiuse».

La manifestazione s’è svolta pacificamente, spiegano i tifosi, ma «siamo di fronte ad un’altra sconfitta per lo sport giovinazzese – afferma uno di loro. – Siamo rimasti inascoltati, siamo vittime incommensurabili di questo modo di fare. Perché dopo tutto, dopo tutte le parole, dopo l’ammodernamento della struttura e i fondi spesi, le partite casalinghe del Giovinazzo vengono disputate a porte chiuse?».

Infine la chiosa: «Tribune inagibili e tristezza sportiva. Ci avete rotto il calcio».

giovinazzoviva

laquis

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