Monte Sant’Angelo – Apricena 2-2: due regali e una grande reazione degli ospiti

Monte Sant’Angelo – Apricena 2-2: due regali e una grande reazione degli ospiti

Una gara raddrizzata nella ripresa e un pareggio giusto, che però lascia l’amaro in bocca per gli errori costati due gol all’Apricena. Il derby con il Monte ha un sapore particolare. In rossoblu, oggi, ci sono tanti ex che hanno fatto molto da queste parti. A cominciare da Diego Quitadamo, vera istituzione del calcio montanaro che l’Apricena omaggia con la fascia di capitano in casa sua, passando per Mimmo, Melchionda, Fiorentino e tanti altri. Prima del fischio d’inizio, infatti, la società del Monte Sant’Angelo ha omaggiato i suoi ex con targhe e pergamene ricordo, in un momento di grande sportività. Ma in campo le squadre si sono date battaglia, con i padroni di casa a giocare la vera e propria gara della vita, almeno dal punto di vista agonistico. L’Apricena, orfana di bomber Salerno infortunato, è sorpresa dall’aggressività del Monte, pericoloso in avvio con Scarano e Lupoli in più occasioni. Al 19’ vantaggio bianconero. Una palla innocua lungo l’out di destra, quasi sicuramente già oltre la linea, viene passata indietro in maniera avventata da Arnese. Longo sbaglia il rinvio di prima e consegna a Scarano un comodo pallone da appoggiare in rete a porta vuota. L’Apricena non riesce a reagire. Piano è ingabbiato da Scarano e compagni a centrocampo e i montanari sono aggressivi su ogni pallone.
Al 31’ altro regalo della Madre Pietra. Incomprensione tra difesa e Longo, che chiama la palla, ma non viene servito. Il rinvio corto della difesa ospite finisce sui piedi di Simone che calcia a porta vuota rendendo vano il disperato tentativo di Valente di deviare la palla. Due a zero dopo mezz’ora e Apricena che sembra alle corde. Ma una grande squadra è tale anche nelle giornate no. Infatti sul finire di tempo una palla tagliata dalla sinistra è controllata con il braccio, in maniera abbastanza evidente, da un difensore centrale bianconero. Nonostante l’intervento netto il Monte e il pubblico di casa contestano apertamente l’arbitro. Dagli undici metri Piano si fa respingere il tiro, ma Valente è bravo a realizzare il tap in. A inizio ripresa, dopo un minuto, il Quitadamo del Monte sfiora il 3 a 1 con una incursione dalla destra. Ma da qui in poi comincia a macinare gioco l’Apricena. Al 4’ Piano raccoglie un calcio d’angolo e calcia di precisione dal limite, sfiorando il palo dopo una deviazione. Al 10’ Mastromatteo spara dai 30 metri costringendo Palma ad un grande intervento. Sugli sviluppi Urbano non riesce a ribattere in rete. Al 15’ Michele Scarano, per l’Apricena, ha un’ottima occasione dalla destra. Il suo classico movimento a rientrare gli consente di concludere di sinistro con palla che sfila di un soffio sul fondo. Passano tre minuti e Diego Quitadamo prova a far male alla sua ex squadra con un bel tiro dal limite, deviato ancora una volta in angolo. L’azione della Madrepietra è insistente e al 30’ arriva il meritato pareggio. Quitadamo, con la sua classica serpentina, semina il panico sulla trequarti e viene atterrato al limite. Sulla palla va Piano che con il suo piede educatissimo la mette nel sette, lasciando di sasso Palma. Nel finale De Bellis prima e Urbano poi sfiorano il 3 a 2 per gli ospiti che avrebbe avuto un sapore speciale. L’Apricena dimostra, anche in una giornata non brillante, di essere una grande realtà, ormai temuta e conosciuta dagli avversari. Il Monte, che ha preparato bene la partita, è andato oltre i suoi limiti e ha approfittato dei regali degli ospiti. Per gli uomini di Mimmo domenica, nuova battaglia. Arriva l’Ordona, altra seria candidata alla piazza d’onore in campionato.

E’ stata una gara emozionante, molto combattuta con un risultato tutto sommato giusto”, commenta il presidente Antonio Romagnoli. “Loro hanno messo in campo grinta e agonismo, noi non ci siamo dati mai per vinti e abbiamo creduto nelle nostre potenzialità. Voglio sottolineare il gesto della società e della squadra di regalare a Diego la fascia da capitano nella “sua” Monte. È stato bello vederlo uscire per primo dagli spogliatoi, tra cori e applausi. È un omaggio che ci siamo sentiti di fare proprio qui, perchè Diego è un patrimonio di Monte Sant’Angelo, ma da noi, da tutti e da Apricena è stato adottato e gli vogliamo veramente bene. Sia al grande calciatore Diego, che all’uomo che dimostra di essere in campo e fuori

Giuseppe Del Fuoco

laquis

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